La situazione dei negozi a Sassari.
E’ drammatica l’emergenza occupazionale a Sassari e, più ampiamente, nelle principali città della provincia. “Il mese di aprile è costato tantissimo agli esercenti. Ragion per cui, in molti, hanno preferito non aprire. Le spese sono altissime e senza grandi introiti hanno considerato l’ipotesi, poi attuata, di non rialzare le serrande“, afferma il presidente di Confcommercio del Nord Sardegna, Antonio Sole.
Il settore più in crisi è sicuramente quello dell’abbigliamento. A non riaprire, infatti è stato il 30%. E va peggio con il turismo visto che hanno aperto solo il 15% degli alberghi mentre restano chiusi il restante 85%. “Ci sono alcune prenotazioni per luglio, è vero, ma se i titolari non rientrano con le spese, val la pena riaprire?“, conclude Sole.
Secondo i dati in possesso a Confcommercio, la zona maggiormente in crisi è il centro storico. Questo perché, nella zona industriale di Predda Niedda, vi sono spazi ampi che consentirebbero un maggior afflusso di gente e conseguentemente dei guadagni.
Una soluzione proposta dall’associazione di categoria è quella di concedere spazi all’aperto, soprattutto per altri generi di attività come i bar. Iniziativa che, tuttavia, si rivela inutile per quanto riguarda settori in affanno come l’abbigliamento. Fermo restando tali iniziative vanno bene d’estate mentre d’inverno, per ovvie ragioni, non sarà possibile.