Cambio al vertice dei medici di Sassari, Addis: “Un grande sforzo, ma i politici…”

Il bilancio di Nicola Addis che lascia la guida dell’Ordine dei medici di Sassari.

Dopo oltre sei anni si chiude il mandato di Nicola Addis alla guida dell’Ordine dei medici e degli odontoiatri di Sassari. In pensione dal 2015 è stato tesoriere dell’Ordine fino a settembre del 2018 quando ha preso la guida dopo la scomparsa del presidente Francesco Scanu. Nel 2021 ha vinto le elezioni, ora conclude il suo quadriennio e ha deciso di fare un passo indietro: da Capodanno il nuovo presidente sarà il suo vice, Salvatore Lorenzoni.

Come mai il passo indietro: non aveva più il sostegno o ha già dato tutto?
“Avevo il pieno sostegno della maggioranza. Ma in questi anni ho dato tutto me stesso e mi sono dedicato all’Ordine. Posso dire di aver garantito il massimo impegno, trascurando anche famiglia: non avevo più fine settimana. Tra impegni istituzionali ed eventi organizzati dall’Ordine l’impegno è stato costante.

Vi siete dati da fare.
“Abbiamo fatto tanti eventi per favorire la formazione e l’aggiornamento dei colleghi. È l’aspetto che abbiamo curato maggiormente. Ma anche gli altri eventi sono stati tanti, a volte anche tre in un giorno”.

I presupposti per andare avanti c’erano tutti, considerato che l’Ordine di Cagliari ha avuto lo stesso presidente dell’81 al 2020…
“In questi anni ho fatto tante rinunce, anche per la mia famiglia. Ma, soprattutto, ho una mentalità rotariana: le cariche devono ruotare. Non ci si può affezionare troppo al potere e l’ho fatto con convinzione”.

Qual è il risultato migliore che si porta a casa?
“So di aver svolto, in maniera gratuita, quello che è stato il mio impegno principale: l’Ordine si batte per garantire il diritto alla salute dei cittadini”.

Le interferenze non saranno mancate…
“Garantire l’indipendenza e la terzietà dell’Ordine non è stato facile, dobbiamo sempre resistere alle sirene della politica”.

La sua era una candidatura appetibile.
“Ammetto che ho resistito alla tentazione per candidature bipartisan proposte in questi anni. Anche a questo ho resistito”.

Ora lascia la presidenza e può accettarle…
“No, ho accettato di fare scambio col vicepresidente Lorenzoni perché ho sempre avuto un ottimo rapporto con lui come collaboratore e con tutto l’esecutivo. Con loro ho condiviso tutte le decisioni, nel bene e nel male”.

A proposito di “nel male”, qual è il rammarico più grande dopo questi sei anni alla guida dei medici?
“Si poteva fare di più per le liste d’attesa. Sarebbe servito, e servirebbe, uno sforzo maggiore da parte del Governo e della Regione. Rinunciando magari ad altre spese che si possono considerare secondarie rispetto al bisogno principale che è quello di garantire la salute dei cittadini”.

Bei concetti, in teoria. Un po’ meno per chi dovrebbe metterli in pratica.
“I politici non vogliono, per motivi elettorali. Non ci vogliono rinunciare perché devono accontentare tutti. Ma nella vita ci sono priorità, se uno non ha la salute non può godersi le ricchezze”.

Il suo mandato non è stato semplice, c’è stata quella piccola parentesi della pandemia…
“L’impegno nel Ccs – il Centro coordinamento soccorsi con la Prefettura – è stato totale e quotidiano, festivi compresi. Siamo stati coinvolti tutti per dare una risposta che fosse il più valida possibile in un momento di grave emergenza. Anche l’impegno per la campagna vaccinale, anche personale, è stato notevole. Eravamo tra i primi a vaccinarci, anche come esempio per ottenere che gli altri ci seguissero. Ma anche nella fase iniziale del Covid, quando mancavano i presidi, abbiamo stanziato 15mila euro – una cifra notevole per noi – per distribuire mascherine alle tre Aziende sanitarie: Sassari, Gallura e Aou”.

Un buon ricordo della sua esperienza alla guida dell’Ordine?
“L’impegno per i giovani. Abbiamo fatto una battaglia per le borse di studio per poter battere l’imbuto formativo. Garantire più borse di studio permette di accedere più facilmente alle scuole di specializzazione: questo è un risultato che è stato ottenuto”.

Ha deciso di lasciare la presidenza, si chiama fuori dai giochi?
“Ci siamo riproposti con lo slogan della lista che avevo fatto io “al servizio della salute… dei cittadini”. Ecco, fare il vicepresidente mi consentirà di restare sempre su questa linea. Dando man forte con appoggio leale e totale al prossimo presidente Lorenzoni”.

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