Le dichiarazioni dei sindacati.
Vietato abbassare la guardia. E’ questo il monito dei sindacati Cgil, Cisl e Uil della funzione pubblica di Sassari che sottolineano la difficile situazione organizzativa dell’ospedale in relazione anche ai numeri delle risorse umane in campo.
A cominciare dal pronto soccorso di Sassari, dove i tempi per le attese di presa in carico ed attività di diagnosi ed eventuali ricoveri restano lunghe. “Basti pensare – sottolineano le organizzazioni – che solo mercoledì notte nell’area covid le presenze contavano circa 35 pazienti, alcuni dei quali in attesa di posto letto da tre giorni, la cui permanenza in una sedia e in una barella appare quantomeno inaccettabile. Stiamo parlando di pazienti anziani, con patologie complesse che necessitano di assistenza continua alla persona, terapia e così via dicendo. Analogamente anche i pazienti che sostano nelle aree “pulite” sono costretti a lunghe attese ed in condizioni non ottimali”.
Criticità riscontrate anche nelle unità operative ordinarie covid, anche qui registriamo carichi di lavoro e turni di servizio davvero pesanti, la cui intensità è amplificata dai DPI anti-contagio e dall’eccessiva permanenza lavorativa nelle aree covid. “Inoltre è importante sottolineare come, in questa situazione, sia sospesa quasi tutta l’attività chirurgica, salvo i casi di emergenza e urgenza, così come le visite ambulatoriali e la diagnostica siano ridotte al lumicino”.
Sul fronte del reclutamento e potenziamento delle risorse umane sarà difficile avere i numeri che servono realmente. Un primo passo, secondo le organizzazioni, potrebbe essere quello di utilizzare ed eventualmente fare graduatorie uniche per tutta la regione, evitando così, oltre che sprechi, soprattutto che le aziende sanitarie si sottraggano, senza volerlo, il personale l’una con l’altra.
“Sul versante della medicina territoriale – continuano i sindacati – auspichiamo che vengano potenziate le Usca, poiché, per quanto ci riguarda, è un servizio che la sanità territoriale deve offrire ai pazienti covid nei rispettivi domicili, in modo da evitare le inutili corse al pronto soccorso e decongestionare le corsie dei vari presidi ospedalieri”.