La vicenda della casa comprata all’asta dal parroco di Palmadula.
Finisce senza finire il caso dei casi a Palmadula. Nella borgata a 40 chilometri da Sassari, pochi giorni fa, i Massetti-Zara, su ordine dell’ufficiale giudiziario, hanno dovuto lasciare la casa di famiglia messa all’asta nel 2014 e acquistata, tra offerte, rilanci e due sentenze del tribunale, dal parroco della frazione, padre Alberto Azzeris Moretti, per 80mila euro. “Un rudere”, lo definisce il prete. Ma per Anna e Paola Zara, da tempi alloggiate altrove, le due sorelle ultraottantenni di Nico, morto nel 1995 con molti debiti e proprietario dell’immobile comprato dai genitori negli anni ‘40, lì si trovano le memorie fisiche di una vita, ora ereditate dall’acquirente più inaspettato.
Su cui, da tempo, si abbattono gli strali della famiglia, in particolare del figlio di Anna, Luca Massetti: “Volevamo ricomprare noi la casa, 7 anni fa, per 35mila euro. Da Palmadula, di certo, nessuno si sarebbe presentato all’asta”. Ed ecco invece padre Moretti: “Alla nostra incredulità rispose con “Il mercato è mercato”. Una frase che l’uomo di chiesa, sassarese di nascita e sacerdote per 35 anni a Roma, nega: “Ho solo detto che era mio diritto partecipare come normale cittadino”. Da quel momento è guerra, e Luca prova a chiamare al suo fianco i vescovi della diocesi turritana e perfino, con una lettera, il Papa. Senza risultati e molte spese per entrambe le parti in causa.
100mila euro, comprensivi degli avvocati, soltanto per il parroco: “Soldi ereditati dai miei genitori”, sottolinea lui che poi mette in chiaro i suoi obiettivi per l’immobile: “Realizzare una casa di riposo per anziani”. “Non gli credo. Avrà cambiato versione 200 volte”, attacca Luca. Ma qui si entra nei problemi di fede, perlomeno profana e, a sentire il signor Massetti, la fede nel parroco da parte degli abitanti di Palmadula non c’è. “Come in tutte le comunità – spiega Padre Moretti – qualcuno è con me, qualcuno no”. Ma lui tira avanti. Alle ricostruzioni è abituato: “Ho rimesso a nuovo io, a mie spese, la chiesa della borgata”. Poi il pensiero torna al “rudere”. “Ci vorrà tempo per rifarlo”, profetizza prima di rivolgere una preghiera: “Non sia cattivo nell’articolo. Non ho commesso alcun reato”.