Estrae la pistola e tenta di sparare un poliziotto nella Questura di Sassari.
Lo scorso 21 febbraio un cittadino nigeriano ha fatto ingresso nella Questura di Sassari e, senza alcuna autorizzazione, si è diretto verso gli uffici che ospitano il settore Immigrazione. A quel punto, dopo esser stato fermato da due agenti addetti alla vigilanza era nata una colluttazione nella quale l’extracomunitario aveva sfilato la pistola dalla fondina di un operatore e, puntandola ad altezza d’uomo, ha premuto il grilletto due volte cercando di “scarrellare” con l’intenzione di sparare verso il poliziotto. Fortunatamente l’episodio non ha avuto un epilogo fatale grazie all’intervento di un altro operatore, al supporto offerto da altri suoi colleghi della Squadra Mobile e alla circostanza che il poliziotto aggredito aveva deciso di non portare la cartuccia camerata. Situazione che ha acceso la protesta del Sindacato Autonomo di Polizia.
Evento non inaspettato.
“L’evento non può considerarsi del tutto inaspettato in considerazione del fatto che in più occasioni il Sap aveva espresso preoccupazione per le carenze strutturali relative alla vigilanza di entrambi i corpi di guardia presenti in questa struttura – scrive, in una lettera indirizzata al Capo della polizia, il segretario generale del Sap Stefano Paoloni -. Il corpo di guardia situato nell’ingresso principale è un bancone a semi cerchio, assolutamente inadeguato al tipo di servizio svolto. Infatti, i colleghi che stazionano all’interno non possono controllare in modo continuativo l’accesso degli utenti poiché la visuale è interrotta dal muro perimetrale. In tale contesto, i colleghi devono altresì rapportarsi con i numerosi utenti presenti quotidianamente nella sala di aspetto degli Uffici aperti al pubblico. Medesima insicurezza caratterizza il corpo di guardia–carraio dove l’ufficio preposto dista circa 50 metri dal cancello di ingresso, inficiando così la possibilità di poter assicurare un adeguato servizio di controllo. Trattasi evidentemente di disfunzioni dovute ad una errata progettazione strutturale che si ripercuotono inevitabilmente sull’attività di controllo e vigilanza“.
Situazione analoga nel 2019.
Paoloni ha ricordato come già nel marzo del 2019 si era verificato una situazione analoga con un cittadino extracomunitario che, dopo aver scavalcato la sbarra dell’ingresso carraio, aveva fatto irruzione negli uffici. Il soggetto, armato di un coccio di bottiglia, si era poi diretto verso due agenti che stavano prestando servizio di vigilanza all’ingresso secondario – carraio. In quell’occasione, dopo aver ferito alla mano un agente, l’aggressore era stato tratto in arresto dai poliziotti.
Cambiare la fondina della pistola.
“In quell’occasione – prosegue Paoloni – segnalammo alcuni problemi relativi alla sicurezza delle fondine temendo che potessero aver influito sui tragici accadimenti. L’amministrazione successivamente ha provveduto ad adeguare le fondine con il sistema anti-estrazione più sicuro e oggi le segnalazioni di rotture sono diminuite. Nell’episodio di Sassari, la fondina in dotazione al collega, di tipo differente rispetto a quella in polimero in uso al personale impiegato nei servizi operativi, avrebbe agevolato l’estrazione dell’arma da parte dell’aggressore. In ragione di quanto esposto Le chiediamo di approfondire l’episodio avvenuto e di voler assumere le determinazioni necessarie a neutralizzare le concause che hanno aggravato la situazione di pericolo per il collega”.