Il rapper di Porto Torres Angelo Sanna.
Ora ha tutto ciò che desidera Pauz, al secolo Angelo Sanna, rapper di Porto Torres di 33 anni. Il cantautore, che ha da poco aperto il concerto a Balai del fondatore degli Articolo 31 DJ Jad, racconta la parabola ascendente della sua carriera, da ”ragazzo fantasma” a scuola per via della sua timidezza a causa della quale veniva isolato dai suoi compagni, fino al rispetto conquistato grazie alla propria arte nella sua città, Porto Torres, per cui vuole diventare un punto di riferimento, soprattutto per i più piccoli.
Angelo, partiamo da lontano: qual è l’origine del tuo nome d’arte?
“Era la seconda metà degli anni Novanta ed io mi innamorai dell’Hip Hop grazie ai graffiti dei mitici D.V.M e dei Z.D.S. e alla musica degli Articolo 31, Sottotono e Neffa. Al periodo il rap non era una moda, non passava nelle radio, e non c’era internet, quindi era anche difficile reperire i dischi più underground, quindi le prime cose che ascoltai furono quelle più mainstream, che sono le stesse che amo tutt’ora. Io ero un piccolo fumettista, e passai dai fumetti alle prime bozze sui fogli. Ero JEK, ma qualche anno dopo in terza media nacque PAUS, non aveva nessun significato, ma mi piacevano le lettere, e come venivano fuori sui muri.
Qualche anno dopo, dopo aver fatto svariati danni con la mia vecchia CREW, avendo iniziato anche a cantare, ed essendomi affezionato a quella mia firma, invertii la Esse in Zeta, e quindi nacque PAUZ”
Mi parli del tuo nuovo progetto musicale ”Una finta gloria”?
“Una finta gloria nasce più di un anno fa, quando mi sono guardato allo specchio e ho pensato a quanti “Per sempre” ho detto e mi son stati detti nel corso della mia vita, e non parlo solo d’amore. Da ragazzi si fa gruppo e pensi che quel gruppo possa durare per tutta la vita, ma poi come con i compagni delle scuole, basta nulla e ognuno cambia vita e delle volte nemmeno ci si saluta più, e mentre scrivevo ho anche pensato a degli amici che mi hanno abbandonato troppo presto, ed ogni volta li nomino, perché voglio che il loro nome resti sempre impresso, loro sono Roberto, Kripto, e Gennaro. Il Featuring con Mario Garrucciu è molto semplice, quando andò ad X-Factor mi innamorai della sua voce, poco prima di scrivere la canzone lo contattai e mi rispose subito entusiasta della cosa e sono veramente felice di averci collaborato assieme”.
Raccontami del tour nelle scuole che stai portando avanti da diverso tempo.
“È arrivato tutto all’improvviso, tre anni fa una maestra mi contatta per scrivere una canzone assieme ai suoi alunni, ma ogni volta che andavo a trovarli per lavorare assieme, mi colpì positivamente il fatto che mi ascoltassero a bocca aperta, come se ogni cosa che gli dicessi e raccontassi fosse aiutarli a crescere, soprattutto perché poco prima avevano purtroppo perso un loro compagnetto, e quindi ho raccontato loro le mie esperienze, le mie gioie e i miei dolori partendo proprio da quella scuola dove tutto è iniziato. Le altre scuole della mia città vennero a sapere della cosa, e mi invitarono nelle loro classi per tenere delle “lezioni di vita”, dove spiego come fare gruppo, come sia brutto per una ragazzo ritrovarsi isolato, di come realizzare i loro sogni, difatti nel mio piccolo sono riuscito a portare svariate classi su di un palco, altri nei miei Videoclip, altri a registrare nel mio studio”.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
“Non mi sono mai programmato il mio futuro, ogni cosa verrà fuori spontanea. Amo fare del bene, voglio diventare un punto di riferimento per la mia città, a partire dalle scuole. Voglio che ognuno abbia la sua occasione, voglio tirare il meglio fuori da ognuno di loro”.
Qual è la tua ispirazione attuale, che ti spinge a produrre ed evolverti?
“Il fatto che da piccolo per colpa della mia timidezza sia stato come un ragazzo fantasma per praticamente tutta la mia adolescenza a scuola. Sto realizzando ogni giorno il sogno che avevo da bambino. Credo che prima o poi, se quel sogno è davvero forte, la vita e l’impegno faranno in modo che quel sogno si possa realizzare. Ero uno sfigato, per altri lo sono ancora, ma appartengo a quella razza di sfigati che ora ha tutto ciò che ha sempre desiderato. Il mio bambino interiore ora sorride per davvero”.