I tre sono stati scoperti dalla Guardia costiera.
E’ stata un’operazione lunga e complessa, quella condotta dalla Guardia costiera di Porto Torres, al comando del capitano di gregata Gianluca Oliveti, ma che alla fine, ha dato i suoi frutti.
Il comando turritano, infatti, aveva sentore, da tempo, che nelle zone di riserva dell’Area Marina Protetta dell’Asinara si effettuasse pesca notturna, così negli ultimi mesi aveva intensificato l’attività di indagine e di controllo proprio nelle fasce orarie notturne. Finalmente, la scorsa notte, grazie all’impegno profuso dai militari, è andata decisamente male ai tre pescatori di frodo in trasferta sull’Isola dell’Asinara che, sicuri di un sistema ormai rodato, pensavano di farla franca anche questa volta. I tre abusivi, invece, non sapevano che gli uomini della Guardia costiera turritana erano da tempo sulle loro tracce.
Stavolta, quindi, il copione non ha funzionato, e dopo una complessa attività di appostamento a terra, punti di osservazione e pattugliamento via mare, i tre sono stati colti sul fatto mentre effettuavamo attività di pesca di frodo nello specchio acqueo antistante il faro di Punta Scorno, in piena zona di riserva integrale dell’Area marina Protetta. Accortisi di essere stati braccati, i tre non hanno potuto fare altro che mettere i motori al massimo e tentare la fuga, ma ogni tentativo è risultato vano perché i militari della Guardia Costiera avevano ben organizzato la trappola.
Il risultato è stato il denuncia all’autorità giudiziaria di due dei tre componenti della battuta di pesca ed il sequestro del mezzo utilizzato per l’attività illegale. Uno dei tre abusivi è riuscito, in quei momenti concitati, a darsi alla fuga, ma gli uomini delle Guardia Costiera, dopo indagini protrattasi durante la giornata seguente, fanno sapere di aver già scoperto la sua identità.
I pescatori abusivi dovranno rispondere, oltre che dei reati di pesca in zona vietata e non ottemperanza alle norme sulla sicurezza della navigazione, anche di inosservanza ad un ordine dell’autorità per non esservi fermati all’Alt dei militari. Dagli accertamenti effettuati, trattasi di pescatori non locali che, approfittando del clima favorevole, raggiungono il Nord Sardegna per una proficua battuta di pesca nelle acque protette dell’Asinara, per poi fare rientro nel cagliaritano e smerciare il prodotto.