Pnrr, l’altolà dei Comuni di Sassari: “Niente imposizioni, servono scelte condivise”

Sono 92 i Comuni di Sassari che chiedono maggiore coinvolgimento sui progetti del Pnrr.

“Saremo noi rappresentanti del territorio ad indicare come devono essere spese le risorse del Pnrr, non possiamo accettare un progetto di sviluppo che non risponda alle esigenze della Sardegna”. Con questo monito la Provincia di Sassari, i sindaci del nord Sardegna, i presidenti delle Unioni, le Comunità montane, la Rete metropolitana e il T.I.P.S. scenderanno in campo a Nule, martedì 7 dicembre con un documento da inviare al governo che non accetterà l’imposizione di una linea programmatica senza il coinvolgimento diretto degli amministratori.

Una presa di posizione chiara e decisa che non lascia spazio a scelte che non siano dettate e condivise da chi il territorio lo vive e lo amministra. La Sardegna ristagna da decenni uno stato di abbandono programmatico che ha congelato settori vitali di una terra che si nutre di sviluppo sostenibile, turismo interno e costiero, filiere agroalimentari d’eccellenza, attrattori culturali e ambientali che non intercettano i flussi del turismo mondiale e di un patrimonio immateriale mai messo a sistema. Considerato che le indicazioni del Pnrr hanno come obiettivo realizzare una coesione sociale e territoriale, è importante quanto mai fondamentale, che le risorse disponibili rispondano a questi principi e che diano linfa vitale ad un territorio unito, raggiungibile, coeso e interconnesso. Pertanto la Provincia ritiene assolutamente necessario che gli interventi vengano dirottati sul territorio per combattere lo spopolamento dei piccoli centri, migliorare la qualità della vita dei residenti, potenziare i servizi e le infrastrutture, attrarre investimenti dall’esterno, creare nuove imprese in grado di favorire l’occupazione e lo sviluppo di solidi processi di internazionalizzazione per le produzioni e i servizi locali.

Gli interventi sulle infrastrutture di collegamento verso i centri più popolati, la connettività e le reti ( 5 g e BUL), lo sviluppo locale e la mobilità sostenibile, le energie rinnovabili e la transizione energetica, gli investimenti sul capitale umano e nella scuola, una sanità territoriale a misura d’uomo sono i punti cardine dello sviluppo del nostro territorio e per i quali è impossibile immaginare l’assenza dei sindaci nella programmazione e pretendere uno sviluppo armonico ed equilibrato. Un occhio di riguardo al potenziamento della portualità turistica e ai collegamenti con l’interno: la modernizzazione delle infrastrutture fa parte di un piano di sviluppo integrato che punta ad un offerta dei servizi più dinamica e al passo coi tempi con l’obiettivo di catalizzare i flussi turistici nell’entroterra e destagionalizzare un’economia turistica che deve funzionare non solo nei mesi estivi.

La preoccupazione dei comuni è anche che questo intervento potrebbe contribuire a ridurre la fuga di cervelli che purtroppo nell’ultimo ventennio ha visto migliaia di giovani scegliere di emigrare per concretizzare il proprio futuro. “Non possiamo permettere che la Sardegna si impoverisca in questo modo- spiega in conclusione l’amministratore Pietro Fois-. “Non siamo interessati a politiche che piombano dall’alto e ci vengono dettate da chi non sa leggere le dinamiche della nostra terra. A Nule il nostro messaggio sarà perentorio. Siamo pronti, uniti come mai è accaduto prima, a delineare il futuro della Sardegna”.

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