La variante brasiliana del coronavirus a Sassari.
È stata confermata questa mattina dal laboratorio di Microbiologia e virologia dell’Aou di Sassari la presenza di variante brasiliana, registrata come sospetta la scorsa settimana nel Nord Ovest Sardegna. La sicurezza che si tratta di variante brasiliana (denominata con il codice P1) è arrivata dopo la mappatura dell’intero genoma virale del Sars Cov-2.
Le analisi del laboratorio, inoltre, hanno escluso la presenza di variante brasiliana in altri campioni provenienti dalla Gallura. Il sequenziamento del genoma virale è stato effettuato utilizzando l’apparecchiatura donata dalla Fondazione Dinamo. La struttura dell’Aou di Sassari rappresenta un vero e proprio “laboratorio sentinella”, con il compito di allertare prontamente il sistema di sorveglianza sanitario per circoscrivere i focolai infettivi.
Grazie al lavoro di dirigenti biologi e medici, di giovani specialisti in virologia e biologia molecolare quindi di tecnici di laboratorio e personale addetto all’accettazione, dall’inizio della pandemia sono stati analizzati oltre 192 mila tamponi e oltre 17mila test sierologici per la ricerca degli anticorpi contro il coronavirus.
Il laboratorio sta attualmente partecipando, insieme agli altri laboratori Covid della Sardegna, all’indagine rapida “quick survey” coordinata dall’Istituto superiore di sanità, con il supporto della Fondazione Bruno Kessler e in collaborazione con il Ministero della Salute, le Regioni e le Province autonome. L’obiettivo è fare una fotografia nazionale, alla data del 18 marzo 2021, dei campioni risultati positivi per Sars- CoV-2 in Rt-Pcr. Per il test viene effettuato il sequenziamento genomico di una selezione di campioni scelti su base statistica.
Questo permetterà di verificare la trasmissibilità della variante brasiliana e la prevalenza nel tempo, in tutte le regioni, delle tre varianti del Covid, inglese, brasiliana e sud africana. I risultati saranno comunicati dal direttore dell’Istituto superiore di sanita nel giro di qualche settimane. Nell’ultimo studio fatto il 18 febbraio scorso, la variante inglese aveva in Sardegna una prevalenza del 75 per cento.
Il lavoro svolto attraverso l’attività di pre-screening è stato importante dal punto di vista della sanità pubblica. Attraverso il sequenziamento il laboratorio dell’Aou di Sassari ha potuto individuare moltissimi casi riferibili a varianti inglesi e, adesso, a quella brasiliana.