I camionisti sardi di nuovo sul piede di guerra.
Camionisti sardi ancora sul piede di guerra e pronti ad un nuovo sciopero regionale sulla falsariga di quello organizzato a marzo. Sono adirati, delusi e soprattutto non sanno come provvedere alle loro famiglie: “Per fare un pieno di un articolato”, dice un camionista, “oggi occorrono 2.000 euro. Siamo disperati”.
Con i camionisti, si lamentano tutti gli automobilisti in realtà, di fronte ad un prezzo del carburante che sale quotidianamente ed ha già da giorni oltrepassato la soglia dei due euro a litro, sia per la benzina che per il diesel. E, considerando il fatto che tra qualche settimana terminerà l’intervento del Governo Draghi che ha prorogato il taglio delle accise sino all’8 luglio, è facile prevedere un prezzo che andrà presto ben oltre i 2.50 euro a litro. Il Decreto Aiuti del Governo era stato introdotto il 22 marzo 2022, dopo che il prezzo del carburante in Italia aveva superato la soglia critica dei due euro a litro ed in Sardegna i camionisti avevano iniziato i primi blocchi dei porti. Il decreto, la cui scadenza era inizialmente prevista per la fine di aprile è stato poi prorogato dal due di maggio sino all’8 luglio appunto e prevede il taglio di 25 centesimi sul prezzo del carburante ai quali si aggiungono 5 centesimi di taglio dell’iva ed è stato esteso sin dalla prima ora anche al metano, per il quale le accise sono state azzerate e l’iva declassata al 5%.
I proprietari dei distributori di carburante a loro volta, si lamentano del fatto che ad oggi dei rimborsi previsti dallo Stato, sul prezzo del carburante da loro anticipato, non hanno percepito un euro:” I rimborsi dovrebbero arrivare a conguaglio quando verrà reintrodotto il prezzo delle accise a conguaglio”, afferma uno di loro, “ma intanto noi anticipiamo e non tutti sono in grado di farlo o sono onesti come me“, chiosa.
Già. L’onestà sul prezzo del carburante da parte dei proprietari dei distributori di carburanti, pare sia per molti una sconosciuta ad analizzare i dati pubblicati ieri dalla Guardia di Finanza, che ha accertato a livello nazionale su 1320 distributori ben 690 violazioni sul prezzo al pubblico, nei primi cinque mesi del 2022. Le violazioni riguardano principalmente la comunicazione al Ministero dello Sviluppo Economico del prezzo alla pompa ed il rispetto degli obblighi di comunicazione ed esposizione del prezzo al pubblico.