Protesta in piazza a Sassari: “Siamo stati obbligati a rimuovere le tende”

Le dichiarazioni del comitato Tende in Piazza.

L’appuntamento era fissato per ieri a Sassari, nel tardo pomeriggio in piazza d’Italia. Promotore della tre giorni di civile e pacifica protesta il comitato “Tende in Piazza”.

Titolari dipendenti staff e professionisti operanti nei circuiti di filiera ricollegabili al lavoro nei ristoranti nei bar e nei negozi all’ingrosso, palestre centri estetici e parrucchieri, produttori locali, e ancora artisti tecnici e operatori dello spettacolo, negozianti e in generale, sono scesi in piazza per occupare stabilmente lo spazio – come da richiesta ufficiale regolarmente presentata – con decine e decine di tende da campeggio, protagonisti di una manifestazione immaginata per catalizzare l’attenzione sulle difficoltà generate dalle restrizioni conseguenti all’emergenza sanitaria. La manifestazione era stata concordata con Questura e Amministrazione comunale. 

“Ieri alle 21 e 30 siamo stati obbligato a rimuovere tutte le tende dalla piazza. Il rischio era venisse comminata una sanzione per ogni tenda da moltiplicare per le tre notti, per un totale complessivo di circa 90mila euro – spiega il Comitato promotore -. Si parlava inoltre di reato penale con pena sino a 4 anni di reclusione per i partecipanti, raddoppiata ad 8 per gli organizzatori. Sono state minacciate sanzioni e gravissime responsabilità penali solo per il posizionamento di tende che, come dichiarato, sarebbero rimaste in piazza inutilizzate. La contestazione? Avevamo chiaramente presentato richiesta di occupazione del suolo pubblico per tre giorni e tre notti, ribadendo che le tende erano solo un simbolo, a rappresentare il luogo ove finiremo qualora non ci fosse un cambio di marcia”.

Non ci avremmo dormito dentro – continuano – . Una richiesta come tante, come quelle per le pedane esterne dei bar, le bancarelle della cavalcata e le giostre in piazza d’Italia: nessuno smonta le strutture alle ore 21. Ci è stato però chiesto di riformulare la domanda, ma giusto perché veniva male concedere una autorizzazione in questi termini. Perché imporre un coprifuoco a delle tende vuote? Forse le tende, peraltro usate responsabilmente, sono veicoli di trasmissione del virus? Al di là dei dubbi legati al caso specifico, pensavamo comunque fosse tutto una pura formalità convinti che le tende in piazza d’Italia non potessero realmente costituire un problema, simbolo pacifico di una protesta pacifica in una manifestazione civile e concordata. Noi del Comitato Tende in Piazza abbiamo impostato sin dall’inizio una protesta civile e rispettosa, rispettosa delle forze dell’ordine e delle norme anti virus: siamo sempre distanziati e indossiamo correttamente le mascherine”.

Tende vuote nella notte in piazza d’Italia, ma la protesta a Sassari non si ferma

“La nostra protesta è volta anche a chiedere l’abolizione o comunque la contrazione del coprifuoco, ma non siamo mai stati interessati a fare una guerra- spiega ancora il comitato – . Abbiamo impostato tutto sul dialogo e sul rispetto. Pensavamo ci avrebbero permesso di lasciare in piazza delle innocue tende vuote, invece alle 20,30 ci è stato comunicato che bisognava sgomberare, o bisognava pagare. Una brutta tegola per tutti, un disastro per noi promotori. Qualcuno sostiene che una protesta che non porti ad uno scontro non abbia senso, noi invece crediamo che questa manifestazione avrà un senso se ci sarà data la possibilità di esprimere le nostre ragioni, che fortunatamente stanno rimbalzano anche a livello nazionale. Non potevamo assolutamente permettere che tante persone rischiassero una sanzione e una condanna penale a causa di una concessione del suolo pubblico interrotta alle 21: responsabilmente abbiamo fatto rimuovere le tende che alle sei del mattino però sono state integralmente riposizionate e presidiate civilmente. Nottetempo abbiamo lasciato solo qualche tenda, posizionandole negli spazi destinati ai tavolini dei bar con approvazione dei titolari, e ci abbiamo dormito. Giusto precisarlo: non siamo conigli spaventati e in fuga, non abbiamo paura del freddo e della pioggia, continuiamo a credere tutti fermamente in una protesta civile e pacifica.

“Ma credevamo di avere la comprensione e il sostegno di tutti i soggetti, anche istituzionali. E soprattutto, in un momento già difficile come questo, era impensabile sottoporre i partecipanti alla manifestazione ad ulteriori vessazioni e costi. Abbiamo agito responsabilmente, ma è chiaro che il rilascio di una normale concessione  di suolo pubblico senza vincoli specifici avrebbe evitato tutto questo. Il coprifuoco non vale per le tende, la richiesta di eliminarle alle 21 è a nostro avviso iniqua. Ribadendo che pensavamo di avere il pieno sostegno dell’Amministrazione. Speravamo di averla nostro fianco, non solo per quanto riguarda la burocrazia, ma anche fisicamente. Continueremo a farci sentire ma continueremo a farlo con civiltà, perché questo è il nostro stile. Questo è lo stile di ristoratori, baristi e tutti quelli che lavorano nel campo artistico, nel settore wedding, nelle palestre, nei centri estetici, nei saloni di bellezza, nei negozi e in tantissime altre attività colpite da questo fardello. Il nostro obiettivo è farci sentire e mostrare la nostra civiltà. Lo stiamo aggiungendo ampiamente. Andiamo avanti”, concludono.

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