La voce degli studenti di Sassari scesi in piazza contro l’esame di maturità

Gli studenti di Sassari scendono in piazza contro i Pcto e la seconda prova scritta alla maturità.

Studenti stamattina in piazza a Sassari al grido di “No alla scuola dei padroni!”. Una protesta comune ad altre 40 città italiane dove migliaia di ragazzi chiedono l’abolizione della seconda prova scritta alla maturità, appena reintrodotta dal ministero dell’Istruzione, e la fine dei Ptco, percorsi trasversali per le competenze e l’orientamento, nuovo acronimo per definire l’alternanza scuola-lavoro.

“Siamo tutti schierati contro la seconda prova – ci spiega Lorenzo Sebastiano Pinna, uno dei ragazzi presenti oggi alla manifestazione dell’Emiciclo Garibaldi – non riteniamo giusto riproporla”. La contrarietà è motivata da due anni di covid con le inevitabili ricadute sulla qualità dell’apprendimento.

Abbiamo avuto – continua Lorenzo – poche possibilità di studiare e in molti tra noi hanno sviluppato malattie come depressione e ansia. Non si può pensare che uno studente di oggi sia uguale a quello della pre-pandemia”. Qual è il suo identikit? “E’ uno che soffre e non viene ascoltato o si fa finta di ascoltare”. Così la voce dei giovani prova a crescere di intensità anche sul tema dell’alternanza scuola-lavoro, soprattutto alla luce delle recenti morti del diciottenne Lorenzo Parelli e del sedicenne Giuseppe Lenoci, deceduti durante uno stage. “Non si può perdere la vita così – interviene Fabio Piras, un altro manifestante – siamo contro questa visione di sfruttamento che rappresenta in pieno l’ideologia del potere”.

Una contrarietà ribadita dal Movimento studentesco, promotore della protesta, insieme al Fronte della Gioventù Comunista e il Movimento associativo degli studenti con Sa domo de Totus, e che ha visto la partecipazione di molte scuole di Sassari, in particolare dei licei. No quindi ai “governi che fanno gli interessi di Confindustria” ma anche alla repressione attuata contro i manifestanti nelle scorse settimane a Roma, Milano, Napoli e Torino, con tensioni che si sono riproposte anche oggi. Da individuare adesso una soluzione a questo muro contro muro: “Se esistesse un movimento – riflette Lorenzo – che portasse avanti le nostre istanze di classe allora ci potrebbe essere un cambiamento”. “Non ci potrà però essere – conclude Fabio – con uno stato neoliberista”.

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