Gli ambientalisti del GrIG chiedono informazioni sul progetto per Punta Giglio.
Con istanza del 16 agosto 2023 l’associazione ambientalista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha richiesto accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti in relazione al progetto definitivo dei “Lavori di mitigazione del rischio frana in falesia Punta Giglio nel Comune di Alghero”. Il lavori sono stati finanziati per un importo complessivo euro 512.995,51).
Il progetto approvato nel 2022, afferma di avere quale obiettivo la mitigazione del rischio di frana e di erosione, ma riconosce che il fenomeno naturale è inarrestabile. “In buona sostanza – affermano gli ambientalisti – ne emerge la scarsa utilità nel medio/lungo periodo: l’interesse sotteso è forse rendere il mare sotto la falesia fruibile per il contiguo progetto inerente il prolungamento del Moletto Finanza con struttura rimovibile in legno e l’installazione di 9 punti di ormeggio alla boa per imbarcazioni sino a 24 metri (importo euro 505.000,00), bandito nello scorso novembre 2022?”.
Infatti, attualmente circa 8 ettari di mare sotto la falesia, per una lunghezza di circa 400 metri, sono interdetti da un’ordinanza, firmata il 23 ottobre 2015 dall’Ufficio circondariale marittimo di Alghero per il rischio di caduta massi.
“Ma il compito di un ente gestore di un’area naturale protetta è in primo luogo salvaguardare i valori naturalistici del sito o favorire il turismo nautico? – si chiedono gli ambientalisti -. Con l’istanza ecologista sono stati coinvolti i Ministeri della Cultura e dell’Ambiente e Sicurezza Energetica, il Comune di Alghero, l’I.S.P.R.A., l’Azienda speciale di gestione del parco naturale regionale di Porto Conte, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale, la Regione autonoma della Sardegna”.
L’I.S.P.R.A. ha certificato “la presenza di avifauna marina e costiera, che rende le falesie di Punta Giglio un comprensorio particolarmente significativo entro la ZPS di Capo Caccia nonché nel contesto nazionale e mediterraneo”, fra cui la presenza di uccelli come Gabbiano corso, del Marangone dal ciuffo, del Falco pellegrino, nonché la nidificazione della Berta maggiore Calonectris diomedea.
“Si ignora se siano state svolte le necessarie valutazioni ambientali”, fanno sapere. Il GrIG ha chiesto che vengano svolti il procedimento di valutazione di incidenza ambientale, necessario per tutti gli interventi in area appartenente alla Rete Natura 2000 come Punta Giglio, e il procedimento di verifica di assoggettabilità a valutazione d’impatto ambientale (V.I.A.), necessario per i progetti di “opere costiere destinate a combattere l’erosione”.
“Il rischio che lavori non certo indispensabili possano provocare danni a siti di nidificazione di specie avifaunistiche di primaria importanza è decisamente alto e il principio di precauzione – concludono -, nonché le procedure di valutazione degli impatti sull’ambiente devono costituire un necessario vaglio molto puntuale e severo. La preoccupazione per un’ulteriore e non richiesta antropizzazione del sito naturalistico è molto diffusa, non soltanto nella comunità algherese, tanto da aver dato luogo alla promozione della petizione Salviamo la falesia di Punta Giglio, promossa dal Comitato per Punta Giglio”.