Il rapporto di Legambiente sull’aria a Sassari.
A Sassari migliora la qualità dell’aria, ma è la città in Sardegna con più dispersione idrica. Rispetto all’anno scorso, la città è passata dall’80° al 74° posto (su 106) in Italia per qualità dell’aria, caratterizzata da una bassa concentrazione media annua di PM2,5, ma tra i capoluoghi dell’Isola ha il 64,6% di spreco di acqua.
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E’ quanto emerge dal rapporto Ecosistema Urbano 2024 di Legambiente. Anche se il report premia l’Isola, preoccupa la mancanza di una rete di monitoraggio regionale della qualità dell’aria che copra in modo adeguato le città sarde.
Solo 25 delle 43 centraline presenti sono attive, a causa delle 9 dismissioni del 2018 e delle ulteriori 9 del 2023. In due capoluoghi, Oristano e Nuoro, non è più possibile rilevare il livello di inquinamento per l’eliminazione delle centraline. I capoluoghi sardi sono stati promossi per la raccolta differenziata dei rifiuti, con 3 su 4 che superano la soglia dell’80%.
Promossi e bocciati.
La città di Cagliari è in vetta tra i capoluoghi sardi con il 24° posto, ma perde 8 posizioni rispetto allo scorso anno, tornando circa alla posizione del 2022. Tra i punti forza spiccano il sistema di calcolo della tariffa rifiuti (TA.RI) legato alla produzione reale, e l’offerta di Trasporto Pubblico Locale, pari a 50 vetture-km/abitanti/anno, che la pone al 7° posto tra i capoluoghi esaminati. Insufficiente invece la qualità dell’aria, con le polveri sottili che dal 2019 continuano ad aumentare raggiungendo un livello di PM10 medio annuo di 30 mg/m3 e 13.0 mg/m3 per il PM2,5. Nuoro dal 39° posto scende al 52°, e spicca per numero di auto immatricolate per 100 abitanti (78), anche in relazione alla carenza di un efficace collegamento ferroviario con il resto dell’isola. Anche Oristano arretra, al 62° posto dal 22° dell’anno precedente, come per Nuoro anche a causa della penalizzazione dovuta alla mancanza di dati sulla qualità dell’aria.
“Il rapporto Ecosistema Urbano 2024 conferma che la regione è un esempio virtuoso per ciò che riguarda la raccolta differenziata – dichiara Marta Battaglia, Presidente di Legambiente Sardegna. A fronte di questo e altri punti di forza da vantare, come il terzo posto di Cagliari per l’offerta di Trasporto Pubblico o il primo di Sassari per la bassa concentrazione media annua di PM2,5 (unica tra le città esaminate sostanzialmente in linea con il valore raccomandato dall’OMS), permangono tante criticità che devono essere affrontate con urgenza. Raccogliere e analizzare i dati sulle performance ambientali è il passaggio fondamentale per muoversi nell’ottica del miglioramento continuo ed è per questo che auspichiamo una risposta sempre più diffusa e dettagliata da parte delle Amministrazioni: Ecosistema Urbano è infatti una preziosa occasione di audit interno, oltre che uno strumento di confronto con realtà analoghe in grado di stimolare una concorrenza virtuosa”.
Con il report Ecosistema Urbano, Legambiente lancia oggi le sue proposte: per accelerare il passo e per città più vivibili, sostenibili e attente alla qualità della vita, inclusa la sfera sociale, serve un green deal made in Italy per le città che abbia al centro una strategia nazionale urbana che non lasci soli i comuni nell’affrontare i problemi cronici ambientali, la crisi climatica, ma anche Il fenomeno dell’overtourism. L’overtourism va governato con misure efficaci, come stanno facendo già diverse città europee e nel resto del mondo, e va affrontato con lungimiranza e responsabilità dalle grandi alle medie aree urbane ai piccoli borghi, fino all’alta quota, per un turismo più sostenibile, di qualità, attento e rispettoso anche dei territori e delle comunità locali. All’estero già si sta facendo molto con misure significative, in Italia quei pochi interventi messi in campo sono troppo timidi e inefficaci.
Focus rigenerazione urbana, due esempi: Il report Ecosistema Urbano 2024 porta in primo piano anche due esempi di rigenerazione urbana. Il caso di Latina, a sud di Roma, che ha dato avvio al progetto “A gonfie vele, in direzione ostinata e contraria” per realizzare nuove strutture di edilizia residenziale pubblica e riqualificare aree degradate, puntando su innovazione e sostenibilità. Il cantiere è appena partito. Altro esempio, l’ACER di Ferrara che ha realizzato negli ultimi vent’anni alcuni interventi di edilizia residenziale sociale e pubblica ampliando l’offerta di abitazioni in locazione a canone sociale o convenzionato, riqualificando aree urbane degradate o marginalizzate sulla base dei principi di sostenibilità.
“Legambiente ritiene necessaria l’istituzione di una estesa e capillare rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria. L’attuale rete ARPAS è stata notevolmente ridotta negli ultimi anni – aggiunge Giorgio Querzoli, responsabile scientifico di Legambiente Sardegna – Città come Nuoro e Oristano non sono più monitorate e questo non consente di sviluppare concrete politiche di gestione urbana a tutela della salute dei cittadini. L’estensione della rete è ancora più urgente in vista del prossimo abbassamento dei limiti delle concentrazioni per il recepimento della Direttiva approvata dal Parlamento Europeo nell’ottobre 2024. Inoltre, sono urgenti sostanziali interventi di manutenzione della rete idrica perché livelli di dispersione superiori al 50% in tutti i capoluoghi sono incompatibili con la grave crisi di disponibilità della risorsa che l’isola sta vivendo”.