Il dramma di una ragazza disabile che non può andare a scuola a Sassari.
Non ha potuto cominciare la scuola a Sassari come i suoi compagni, Giulia, una 17enne di un paese del Sassarese, perché non è ancora stato attivato il servizio di trasporto. La ragazzina ha una disabilità che non le consente di essere autonoma, poiché ha una forma di autismo di tipo 3, ovvero il più severo e problemi motori.
La ragazza frequenta il terzo anno delle superiori a Sassari e la famiglia è molto preoccupata, perché senza quel servizio è impossibile portare l’adolescente a scuola. “Ogni anno siamo costretti a vivere l’inizio della scuola con una grande preoccupazione – racconta M.L.S, la mamma della ragazzina -. Prima per la questione del sostegno, che quest’anno abbiamo ora mia figlia non può andare a scuola perché non c’è il mezzo per portarla. La ragazza ha alcune problematiche, che non le consentono di poter andare a scuola con i mezzi ordinari e senza essere accompagnata. Nemmeno noi genitori possiamo portarla e non solo perché lavoriamo entrambi, ma anche perché mia figlia, essendo autistica, ha dei problemi a cambiare le proprie abitudini”.
La donna è venuta a scoprire l’amara verità, ovvero che ci sono stati dei problemi con le cooperative che svolgono il servizio con la scuola e con l’ente che ha svolto la gara d’appalto. “Ci siamo rivolti all’azienda che lo scorso anno fino a giugno era incaricata a portare mia figlia a scuola – spiega M.L.S -, loro ci hanno detto che alla gara d’appalto non si era presentata nessuna cooperativa, per una questione di spese che non erano adeguate a coprire il servizio”.
Così la mamma racconta di essersi rivolta anche a un’esponente alla Regione, che le ha confermato le problematiche derivate dalla gara d’appalto. “Siamo disposti anche a pagare un abbonamento per poter portare nostra figlia a scuola e farla stare insieme ai suoi compagni – si lamenta -. Mia figlia ama andare a scuola e andare in pulmino e quando non ci va notiamo infatti dei peggioramenti. Ha bisogno di socializzare e stare insieme agli altri. Noi genitori di ragazzi disabili non possiamo essere messi in secondo piano, soprattutto perché i nostri figli, avendo maggiori difficoltà devono essere maggiormente aiutati. Siamo in tanti a Sassari e nei paesi vicini in questa situazione e siamo pronti anche a protestare se non fanno andare i nostri bimbi a scuola”.