Controlli della Finanza, scoperti altri 21 furbetti del Reddito di cittadinanza in Sardegna

I controlli della Guardia di finanza.

Controlli dei finanzieri del Comando provinciale Cagliari che, in sinergia e collaborazione con l’INPS, hanno sottoposto a verifica le condizioni legittimanti la fruizione del reddito di cittadinanza in capo ai soggetti beneficiari.

Gli esiti dei controlli hanno consentito di rilevare 21 posizioni irregolari dislocate su tutto il territorio della provincia (Cagliari, Capoterra, Iglesias, San Gavino Monreale, Carbonia, Muravera, Sant’Antioco, Vallermosa, Barumini, Villacidro, Villasimius, Ballao e Mandas), con conseguente indebita percezione del reddito di cittadinanza, poiché i soggetti sono risultati essere privi dei requisiti necessari previsti dalla normativa vigente.

Diverse, ed in certi casi particolari, le diverse tipologie riscontrate. In due circostanze, la causa della illegittima fruizione del beneficio è stata rappresentata dalla mancanza del requisito della cittadinanza: difatti la specifica norma prevede che il richiedente il particolare sussidio debba essere residente in Italia da almeno 10 anni e che lo sia continuativamente negli ultimi due anni.

In 16 casi, invece, l’irregolarità è stata legata all’omissione, nella dichiarazione sostitutiva unica, di informazioni reddituali rilevanti, come redditi percepiti e disponibilità immobiliari, le quali, se correttamente indicate, avrebbero posto i richiedenti al di fuori dei limiti previsti per l’ammissione.

In tre altre occasioni, gli approfondimenti esperiti hanno consentito di rilevare una non corretta presentazione dell’istanza per accedere al Reddito di Cittadinanza, in quanto nella Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), necessaria per l’ottenimento dell’attestazione Isee, gli interessati non hanno fornito le complete informazioni sulla propria posizione reddituale avendo omesso di indicare gli importi relativi alle vincite derivanti dal gioco on line.

Le 21 irregolarità accertate hanno portato alla denuncia dei responsabili alla locale Autorità Giudiziaria oltre alla segnalazione all’Inps per la sospensione del beneficio e la restituzione delle somme indebitamente percepite, ammontanti, complessivamente, a 134.563 euro.

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