Il punto dell’Aou sull’emergenza coronavirus.
Garantire sicurezza per gli operatori, per i cittadini e per gli utenti e i pazienti, attraverso l’aggiornamento delle procedure con automatismi operativi e standardizzati di gestione dell’assistenza. E ancora, adeguamento dei percorsi logistici e soluzioni tecnologiche, prosecuzione del monitoraggio sull’utilizzo corretto ed efficace dei dispositivi di protezione individuale e continuità dell’attività di sorveglianza sanitaria su operatori sanitari quindi sui pazienti che accedono alle strutture sanitarie.
Saranno questi i cardini sui quali si dovrà basare la “fase 2” nella sanità sassarese e che dovrà prevedere una graduale riapertura delle strutture all’utenza. Principi che dovranno essere applicati alle diverse aree d’azione che in questi giorni l’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari sta riorganizzando. Area chirurgica, area medica, pronto soccorso e area ambulatoriale sono questi gli ambiti che vedranno le maggiori novità. Lo ha detto il commissario dell’Aou, Giovanni Maria Soro, intervenuto ieri mattina all’incontro che si è svolto nella sala Angioy della Provincia di Sassari. L’appuntamento, organizzato da Aou, Unità di crisi locale e Ats Sardegna, aveva come obiettivo quello di fare il punto sulla situazione dell’emergenza sanitaria a Sassari, oltre affrontare le tematiche relative alla programmazione sanitaria territoriale e ospedaliera nella fase 2
Una ripartenza che vede il palazzo di Malattie infettive sempre punto di riferimento ma che, gradualmente, riprende la sua attività ordinaria. E così il terzo piano sarà dedicato alla patologia Hiv e Aids, con 12 posti letto e una capacità per arrivare sino a 20. Il secondo piano viene diviso in due, con 7 posti letto dedicati ai pazienti grigi e 7 posti ai pazienti Covid. Al primo piano, invece, viene predisposta una terapia intensiva con quattro posti letto, pronta a essere attivata nel caso fosse necessario. Temporaneamente, gli spazi saranno impiegati come day hospital per la patologia ordinaria di Malattie infettive.
Su queste basi parte l’organizzazione delle diverse aree. Così, per quella chirurgica “stiamo lavorando per ridefinire le procedure di pre-ospedalizzazione per gli interventi in elezione che – ha detto il commissario – tengano conto della sicurezza che dobbiamo dare agli operatori e ai pazienti. Puntiamo a migliorare l’organizzazione e la risposta efficiente in termini di utilizzo delle sale operatorie. Oggi, in maniera efficiente, bisogna recuperare tutte le risposte che, purtroppo, non siamo riusciti a dare in questi mesi di emergenza”.
Nell’area medica l’Aou punta a ripristinare in maniera graduale l’intera capacità operativa dei diversi reparti che sono stati chiusi o ridimensionati per garantire risorse all’area dell’emergenza. “Stiamo cercando di definire e programmare nel tempo alcuni spostamenti – ha precisato Giovanni Maria Soro – che ci consentono di trovare delle soluzioni per alcuni deficit strutturali o organizzativi che abbiamo storicamente nelle cliniche universitarie. Il progetto non determinerà nessuna riduzione di posti letto ma – ha assicurato – darà risposte più efficaci per i pazienti”.