Dal primo aprile il ritorno dei docenti non vaccinati negli istituti scolastici.
Situazione ancora in divenire a Sassari per gli insegnanti novax rientrati a scuola dal primo aprile. Atmosfera sospesa come in buona parte del resto d’Italia dopo la cessazione dello stato d’emergenza che prevede anche il ritorno dei docenti “inadempienti all’obbligo vaccinale” negli istituti scolastici ma senza che abbiano contatti con gli alunni.
In sintesi, niente cattedra per questa categoria di professori da occupare invece in attività di supporto come specificato in due note ministeriali del 28 e del 31 marzo. Dove si parla di personale impiegato “in altre funzioni rientranti tra le proprie mansioni quali attività di carattere collegiale, di programmazione, progettazione, ricerca, valutazione, documentazione, aggiornamento, formazione”. La precisazione però non precisa, a sentire chi lavora nella scuola, sassarese e non, dove si racconta di presidi in difficoltà e in costante contatto col direttore dell’ufficio scolastico regionale.
Perché non tutti hanno la possibilità di avvalersi altrove dell’insegnante, o degli insegnanti in questione sia per mancanza di spazi che di compiti da far svolgere. Al momento quindi si procede con molta cautela sia al liceo classico Azuni dove il dirigente Antonio Deroma, si riferisce, “sta studiando il caso” o all’istituto Salvator Ruju in cui il vicepreside Mulargia gestisce singoli casi e così anche la dirigente Maria Grazia Falchi dell’I.C. Pasquale Tola. Risparmiato da qualsiasi problematica in tal senso il liceo Margherita di Castelvì e il suo preside Gianfranco Strinna che però rivela le ambasce dei suoi colleghi versate nelle chat di gruppo dove si lamentano i tanti punti irrisolti dalle circolari come, ad esempio, quello centrale delle ore di lavoro per i novax: 18 settimanali previste per gli insegnanti o le 36 per gli amministrativi e il personale Ata? Un nodo da sciogliere che lascia molti in ponte, con la prospettiva probabile che alla fine i dirigenti siano lasciati da soli, ognuno costretto a gestire a suo modo la partita.
Ci sono poi le rivendicazioni di chi non si è vaccinato come Fabio Madau, docente del complesso di via Rolando. “Ho potuto insegnare perché ho passato il covid facendo anche il tampone per mesi ogni 48 ore”. Madau, candidato alle prossime elezioni Rsu col sindacato Anief, rivela che “in Italia molti si sono contagiati volontariamente per poter rientrare” e poi si scaglia contro il ministero dell’Istruzione e la sua decisione: “E’ vergognoso che in questo paese si facciano simili gesti discriminatori senza che i sindacati dicano una sola parola”. Sarebbero diversi, secondo il docente, gli insegnanti novax che non sono rientrati o si sono messi in malattia, in possibile disaccordo con il previsto cambiamento di mansioni. L’impressione generale è che al momento attuale si stia attraversando una fase di assestamento con due possibili conseguenze: il quieto vivere, per quanto transitorio e, al contrario, una fiammata di polemiche e proteste.