Sono stati 21 i volontari al lavoro.
Più di otto quintali di rifiuti recuperati dai volontari, in collaborazione con l’amministrazione comunale di Porto Torres, per “liberare”, dopo decenni, il rifugio antiaereo di via Cavour e l’ultimo tratto del rifugio De Amicis. Un weekend di fatica, sudore, ma di grande soddisfazione per i cittadini che hanno partecipato all’iniziativa “Puliamo il buio” e che hanno riportato in luce due siti importanti per la storia di Porto Torres.
“È stato un onore per me condividere questa esperienza con tanti ragazzi che hanno deciso di dedicare un fine settimana al bene comune. L’amministrazione comunale – sottolinea il sindaco Sean Wheeler – ha offerto un supporto logistico ai volontari. È da lodare il senso civico di tutti loro e a nome della comunità voglio ringraziare il Gruppo Speleo Ambientale di Sassari, motore di un’iniziativa che ci permetterà di costruire il percorso di riqualificazione del rifugio di via Cavour e rendere più decoroso l’intero rifugio che si trova sotto la scuola De Amicis”.
“Puliamo il buio” è stato organizzato dal Gsas e dalla Commissione cavità artificiali della Federazione speleologica sarda con il patrocinio della società speleologica italiana e del comune di Porto Torres. Tra i partecipanti, ventuno in tutto, anche i volontari dei gruppi Speleo Club Oristano, Sesamo 2000 e Specus Cagliari. Due i mezzi utilizzati per smaltire quasi 870 chilogrammi di rifiuti di diverso tipo, tra i quali scarti edili, travi in legno, scaldabagni, bottiglie di vetro, bottiglie di plastica, vecchi sanitari, bidoni e contenitori ormai rivestiti di ruggine.
“La pulizia più imponente è stata svolta nel rifugio di via Cavour, rimasto sepolto e dimenticato per decenni sotto cumuli di spazzatura. Per questo spazio ci saranno altre destinazioni d’uso, certamente più dignitose, da progettare, e l’auspicio è che presto il sito possa essere visitato anche dai cittadini”, aggiunge il sindaco.
Durante i primi anni della guerra i rifugi di Porto Torres venivano usati di rado, ma nell’aprile del 1943 la città fu scossa dal più grande bombardamento della sua storia, conosciuto come “bombardamento del giorno delle Palme”. Fu in quella occasione che ci si accorse dell’importanza dei rifugi per la protezione dei civili. “Siamo soddisfatti di aver contribuito a restituire un patrimonio storico alla sua città – sottolineano i responsabili del Gsas – ed è doveroso ringraziare tutti i volontari e amici che si sono adoperati per la pulizia, il sindaco Wheeler, l’assessora alla Cultura, Mara Rassu, l’Ufficio Ambiente con il referente Salvatore Sanna per il supporto, ma soprattutto per essersi sporcati le mani insieme a noi in questa impresa”.