Un anonimo l’ha lasciata all’ingresso del museo.
L’hanno trovata all’esterno del portone di ingresso del museo della Tonnara, coperta da un telo bianco e già posizionata su di un cavalletto. Sul telo un biglietto con scritto sopra: rinvenuta durante i lavori al porto di Stintino. Si tratta di un’anfora, di possibili origini romane, che sabato scorso un anonimo ha lasciato all’esterno del museo di via Lepanto.
Quando gli operatori della struttura hanno rinvenuto l’inaspettato “regalo” hanno avvisato il primo cittadino, il quale ha immediatamente fatto segnalazione alla Stazione dei carabinieri del paese. Il sindaco quindi lunedì ha scritto alla Soprintendenza archeologica, Belle arti e Paesaggio e, oltre a segnalare il ritrovamento, ha chiesto che il reperto “donato” dall’anonimo cittadino possa restare custodito al museo come testimonianza della storia antica del paese.
“Il nostro museo è anche questo – afferma Antonio Diana – è un punto di riferimento per chi ha dei reperti archeologici a casa. Prima non si badava a questo aspetto, ma questi oggetti sono patrimonio inalienabile e chi li possiede deve rimetterli a dispsozione della collettività, anche con queste modalità anonime. Renderebbe un servizio alla comunità, dal punto di vista culturale e scientifico”.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessora comunale alla Cultura Francesca Demontis: “Sono reperti di grande valore – afferma –, il loro ritrovamento potrebbe significare che le coste stintinesi, con molta probabilità, hanno ospitato un insediamento già in epoca romana. Mostrano come il nostro territorio abbia una storia che deve ancora essere approfondita”.
Tre anni fa, con una modalità simile, erano stati consegnati al museo un’ancora in piombo del periodo romano, alcuni resti di sculture, tanti pezzi di anfore con relativi tappi e ancora un pezzo, presumibilmente, di un sarcofago che porta in rilievo l’immagine di una Vittoria alata, quindi una coppetta di periodo medievale con inciso un simbolo cristologico. Reperti che, era stato scritto nel biglietto che accompagnava gli oggetti, erano stati rinvenuti nel 1976. La data è emblematica perché, anche quella, riporta al periodo in cui il paese era interessato dai lavori di scavo del porto Mannu.