Il centro storico di Sassari, dall’emergenza alla possibile rinascita

Riunione ieri del comitato del centro storico.

Sassari Vecchia: tra emergenza e possibile rinascita. Questi i due poli discussi ieri nella riunione del comitato del centro storico all’interno della cattedrale di San Nicola grazie all’anfitrione Don Marco e al coordinamento dell’infaticabile Giovanni Ruiu. Trenta circa i convenuti, tutti residenti, richiamati dal tam tam delle chat e dall’escalation di degrado e violenza che affligge il cuore di Sassari, le cui fibrillazioni vengono ormai registrate, su scala quotidiana, da giornali e tv. E proprio la narrazione dei media, d’impronta perlopiù allarmistica, esaspera i buchi neri e salta a piè pari la luce delle soluzioni, in particolare sul decoro urbano: “Per il sei di novembre – annuncia Natalina, – faremo una giornata di raccolta delle plastiche all’interno del centro”. Sullo sgombero dei rifiuti, da tempo elemento improprio dell’arredo urbano, e l’adozione delle aree verdi, concordano tutti, nell’ottica di germinare il bello là dove s’infestano le brutture.

Che sono variegate, complesse e legate alla generale sensazione di un centro storico come porto franco e luna park per le pulsioni alcoliche e tossiche di un’intera città. “I giovani e non solo si riversano nelle piazze perché non esistono più di centri d’aggregazione”, dichiara Michelle che sottolinea poi come in tanti ignorino, a proposito di maleducazione, “che lo spazio pubblico è anche privato”. A questo proposito Giuseppe Losito, responsabile dell’Intercomitato, invoca il rispetto per il nucleo fondativo cittadino perché “il centro storico è di tutti, anche di chi non ci abita”.

Un appello inascoltato da coloro che, riferisce Luigi, “vanno a 90 km/h per il Corso o via Turritana manco fossero sull’autostrada del Sole”. O che vandalizzano la macchine o spacciano o celebrano, tutte le notti, la festa della birra e il vino sotto le finestre dei residenti fino all’annuncio dell’alba. Per il problema sicurezza, il più impellente, o evidente, s’invoca la forza pubblica: “Bisogna proporre al prefetto – afferma Pierluigi – di mettere la Brigata Sassari al centro storico”. Altri si limitano a volere il ritorno del poliziotto di quartiere ma, più in generale, si esprime il desiderio di una più assidua presenza di polizia e carabinieri tra i vicoli e le aree maggiormente critiche.

Manca però il terminale delle richieste, o la sua presenza, denunciano i residenti, non si materializza: “Che fine ha fatto il sindaco? Quali sono i suoi progetti per il centro storico?”, è il coro pressoché unanime. Soprattutto ci si chiede perché, denuncia una signora, “dobbiamo essere noi a segnalare quello che non va, anche a discapito della nostra sicurezza. Perché non si muove il Comune?” Al termine della riunione riprende piede la conta delle risorse e l’affermazione della buona volontà collettiva come i centri di ascolto delle Madri di quartiere a San Donato, l’epicentro critico delle storture di Sassari Vecchia, o i progetti per il Natale e dei vari parchi giochi, da piazza Mazzotti all’Ex Gazometro, centro intermodale permettendo. “Siamo come un paese”, conclude con orgoglio un’abitante rinnovando l’invito all’unione per la salvezza e la resurrezione del centro storico.

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