L’appello dei sacerdoti di Sassari dopo il decreto: “Fateci tornare a dire la messa con i nostri fedeli”

I sacerdoti di Sassari dopo la nota della Cei.

I sacerdoti dell’arcidiocesi di Sassari si allineano alla nota emessa dalla Conferenza Episcopale Italiana. La maggior parte, salvo qualche flebile distinguo, vorrebbero celebrare le funzioni insieme al popolo, pur adottando le dovute precauzioni. La Cei aveva chiesto, infatti, di poter tornare a celebrare le messe con i fedeli, da troppe settimane interrotte per via del coronavirus.

“Non capisco quale sia la paura di entrare in chiesa rispetto a qualsiasi altro ambiente sociale – afferma padre Salvatore Sanna, guardiano della chiesa di Santa Maria di Betlem a Sassari -. Abbiamo una struttura grande, quindi possiamo garantire il rispetto delle norme anti contagio, usando mascherine, gel e quel che servirà. Per adesso attendiamo chiarimenti. Nel frattempo, come segno di speranza, abbiamo ricollocato l’Assunta che generalmente viene esposta a metà agosto. Questo perché la Madonna liberò Sassari dalla pandemia della peste e oggi la preghiamo di liberarci dal coronavirus. I fedeli potranno pregare, rispettando il distanziamento e le regole dalle 8 alle 12 e dalle 16 alle 18”.

Dello stesso parere don Luca Collu, parroco di San Pantaleo a Sorso: “Siamo in linea con quanto espresso dalla Cei e ritengo sia possibile celebrare nel rispetto puntuale e preciso di quanto richiesto per tutelare la sanità pubblica. Si dovrebbe tener conto della grandezza delle chiese e la nostra lo è abbastanza – dichiara con tono deciso il sacerdote -. Possiamo anche evitare gli assembramenti e rispettare il distanziamento sociale. Se vi fossero due persone per banco, una all’estremità dell’altra e saltando quello dietro, ci starebbero almeno 90 persone. Le strutture sono state concepite secondo il numero degli abitanti e noi siamo pronti a fare la nostra parte”.

Chiaro e coinciso don Nicola Carta, parroco di San Pietro in Vincoli a Ittiri: “Per quanto mi riguarda non sarebbe male celebrare all’aperto, magari in piazza ciascuno portando una sedia da casa. In passato lo si è sempre fatto. Tra l’altro a maggio, con il mese mariano, già si celebrava all’aperto. Così non si pone il problema di sanificare ogni volta la chiesa – poi chiarisce il suo pensiero riguardo le funzioni funebri -. Faremo all’americana. Benedizione della salma al cimitero davanti ai parenti mantenendo il distanziamento sociale”.

Si accoda don Ferdinando Rum, parroco della Consolata a Porto Torres: “Le chiese dovrebbero riaprire. E non mi piace l’idea che possano accedervi solo 15 persone. Tengo aperto l’edificio mattina e sera per la preghiera personale, poi chiudo per la celebrazione eucaristica. Nella nostra parrocchia è radicata la devozione a Santa Rita, ma attualmente non abbiamo disposizioni su cosa fare. Staremo a vedere”.

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