Sindacati sul piede di guerra a Sassari.
I tre principali sindacati confederali, Cigl, Cisl e Uil, scendono sul piede di guerra, a Sassari, preannunciando una stagione di forte mobilitazione, non escludendo l’indizione di uno sciopero territoriale. Questo per difendere la sanità, in rappresentanza delle lavoratrici e lavoratori operanti nelle strutture dell’azienda ospedaliero universitaria e della Assl di Sassari, nonché in rappresentanza delle lavoratrici e lavoratori che operano in regime di appalto.
La riunione, svolta ieri, segue una serie di iniziative di mobilitazione a carattere regionale, ultime delle quali hanno visto le organizzazioni sindacali programmare due giornate di protesta a Cagliari con altrettanti sit-in.
“E’ necessario analizzare le forti criticità del territorio del nord-ovest, rispetto alle quali, mai come in questo momento, impongono al sindacato una seria presa di posizione per rappresentare ai soggetti politico istituzionali, a cominciare dall’assessore alla Sanità, nonché all’opinione pubblica, l’inaccettabile deriva sulla quale sta navigando tutto il sistema – affermano Antonio Canalis (Fp Cgil), Antonio Monni (Cisl Fp) e Dario Cuccuru (Uil Fpl) -. Un sistema ormai asfittico, senza governo e con una gestione delle aziende improvvisata, dove l’eccessiva permanenza dei Commissariamenti nella Aou ed i repentini cambi di guardia ai vertici dell’Assl di Sassari, denotano come il sistema è pressoché fuori controllo”.
Nei prossimi giorni, i sindacati stileranno un documento comune per denunciare le carenze ed inefficienze che stanno attanagliando le strutture ospedaliere e territoriali, lavoratrici, lavoratori e cittadini. Da questa insoddisfazione, l’iniziativa di avviare una stagione di forte mobilitazione, non escludendo l’indizione di uno sciopero territoriale.