L’eliporto del Santissima Annunziata di Sassari ancora fermo.
A distanza di un anno dalla delibera con cui l’Areus stanziava 108mila euro per restituire piena operatività all’elisuperficie dell’ospedale civile Santissima Annunziata di Sassari, la situazione rimane pressoché immutata. Sul tetto del principale presidio sanitario del nord Sardegna, dove l’elisoccorso dovrebbe poter atterrare per garantire tempi rapidi di intervento in casi critici, regna ancora l’inattività.
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Era il 30 maggio 2024 quando, con l’atto numero 208, la direttrice generale dell’Agenzia Regionale per l’Emergenza Urgenza, Simonetta Cinzia Bettelini, insieme al direttore amministrativo Paolo Pili e a quello sanitario Federico Argiolas, approvava un investimento finalizzato alla riqualificazione della pista. L’obiettivo era chiaro: rimediare a una situazione paradossale in cui, nonostante la presenza fisica di un eliporto in cima al Santissima Annunziata, l’atterraggio degli elicotteri risultava impossibile.
Quella piattaforma, realizzata negli anni Novanta con un investimento superiore al miliardo e mezzo di lire, è rimasta per decenni inutilizzata. Il motivo è duplice: l’assenza di un collaudo effettivo che ne certifichi l’uso in sicurezza e la mancanza di collegamenti a norma con i reparti ospedalieri. Il solo accesso disponibile resta una scala interna, inadatta al trasporto di barelle o di pazienti in condizioni critiche. L’ascensore previsto nel progetto, infatti, non è mai entrato in funzione.
L’inefficienza della struttura si riflette quotidianamente sulla gestione dei soccorsi. Gli elicotteri, impossibilitati ad atterrare sul tetto dell’ospedale, vengono dirottati in un campo sportivo nei pressi del comando provinciale dei carabinieri. Da lì, un’ambulanza deve attraversare tutta la città – da via Rockefeller a viale Italia – per completare il trasporto del paziente fino al Pronto soccorso. Una distanza che, in situazioni di emergenza, può fare la differenza tra la vita e la morte.
La gestione dell’edificio, passata da tempo all’Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari, avrebbe dovuto trovare nuova linfa grazie ai fondi regionali gestiti da Areus. Invece, a un anno di distanza, nessun intervento concreto è stato messo in atto, mentre l’elisoccorso continua a fare la spola tra l’estrema periferia e il cuore della sanità sassarese.
L’auspicio, tanto dei cittadini quanto degli operatori sanitari, è che la struttura venga finalmente riqualificata, certificata e messa in funzione. Non si tratta soltanto di restituire senso a un investimento pubblico ormai datato, ma di garantire un servizio salvavita efficiente e all’altezza delle necessità di un territorio vasto e complesso come quello del Sassarese.