Applausi per il sindaco Campus. Sciolto il Voto dall’arcivescovo
Una piazza Castello stracolma ha aperto la discesa dei Candelieri 2019. L’entusiasmo alle stelle, i portatori sostenuti dal rullo dei tamburi e applausi degli oltre centomila presenti.
I primi a partire i macellai, sono stati gli ultimi ad entrare. Poi tutti gli altri. Fabbri, piccapietre, viandanti, contadini, falegnami, ortolani, calzolai, muratori, sarti e massai. Davanti al Palazzo di Città le danze si mischiano alle emozioni. Chi scatta una foto, chi applaude, chi tiene sulle proprie spalle il proprio figlio. La festa è di tutti, chiunque deve godere lo spettacolo.
Al momento dell’Intregu qualche fischio si alza all’indirizzo del sindaco. Qualcuno ironizza, qualche altro non la prende sportivamente. Ma la Faradda 2019 sta arrivando ad uno dei momenti più salienti. Si brinda con al motto di “a zent’anni!“.
Poi il sindaco Nanni Campus esce dal Teatro Civico e lo scenario cambia. I fischi vengono sovrastati dagli applausi. Durante il percorso diverse persone gli tenderanno la mano, altri gli chiederanno una foto, altrettanti approveranno o disapproveranno il modus operandi a gran voce dalle finestre.
Il momento più toccante è quello dell’arrivo nel piazzale di Santa Maria di Betlem. Poco prima delle 23 iniziano ad arrivare i macellai. I portatori ballano il candeliere, poi un attimo di riposo, bevono e mangiano qualcosa. Le facce stanche ma soddisfatte. Per ultimi arrivano i massai e la danza dei ceri diventa collettiva, la frenesia è palpabile.
La municipalità varca Santa Maria di Betlem. Ora l’ordine si inverte. Gli ultimi ad arrivare entrano per primi. Mentre fuori riecheggiano le note della banda musicale, dentro, in sottofondo, il Deus ti salvet Maria. Qualche ragazzo asciuga le lacrime. Davanti ai portatori che si prostrano con un cero di oltre 200 chili sulle spalle, davanti alla Vergine Assunta, è impossibile non commuoversi.
Posizionati i candelieri a corona della Dormitio, il guardiano di Santa Maria di Betlem, padre Salvatore Sanna, ringrazia i presenti. Subito dopo a parlare è l’arcivescovo, monsignor Gianfranco Saba. Recita la preghiera. Il Voto è sciolto anche quest’anno.