Con la mascherina e distanziati, il popolo della movida di Sassari non rinuncia all’aperitivo

La movida a Sassari in attesa del nuovo lockdown.

Il popolo della notte non teme un altro lockdown, non ha paura del virus. “Bisogna conviverci. Certe restrizioni non fanno altro che peggiorare la situazione”, dice Omar, 27 anni, giubbetto con la cerniera abbassata fino all’ombelico. Al balcone dei locali ci si ferma solo lo stretto necessario, poi si cerca un tavolino. Qualcuno sosta in piedi, cercando di non dare nell’occhio con la sua Beck’s in mano.

“Prendiamo l’autobus tutti i giorni, un luogo dove si crea affollamento costantemente. Perché loro sì e i bar no?”, si intromette Niccolò, 24 anni, che sfoggia una camicia bianca inamidata. Da via Roma a piazza Castello l’onda dei giovani non si scoraggia. Il rituale dell’aperitivo del fine settimana è diventato sacro anche a Sassari. E non ci sono restrizioni che tengano.

Quelli più preoccupati sono i gestori dei locali, allarmati dal nuovo Dpcm del governo che limita l’apertura fino alle 24, mentre dalle 18 è solo con servizio al tavolo. Una perdita economica per i bar, ma non solo. Come spiega Davide Balestrazzi, gestore del locale New Gate 25 in via Enrico Fermi. “È un fatto di perdita a livello economico sicuramente, ma ci sarà un danno ancora più grande: quello sociale. Ciò che si vede già in strada, con la gente che non può avere contatti, si riflette anche all’interno dei locali. Da noi i clienti sono una famiglia. Questa è casa loro”, afferma.

Gli avventori dei locali sono divisi. “Sono limitazioni eccessive che penalizzano in primis i lavoratori. Ma anche per noi – riferisca Marika, 21 anni e capelli con la meches -. C’è chi lavora fino a tardi, potersi ritrovare la notte assieme agli amici per un drink è qualcosa di importante, non fondamentale, ma che verrà a mancare“.

Le regole sul distanziamento sociale e l’uso della mascherina vanno bene, ma il coprifuoco no. “Perché, ad esempio, non si è pensato a proibire la vendita di alcolici dalla mezzanotte in poi? Probabilmente sarebbe stato un mezzo diverso, magari con gli stessi risultati, però sarebbe cambiato il modo di porsi”, conclude Omar.

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