Nel 2021 Sassari è tra le province con il minor tasso di mortalità legato al coronavirus.
Sassari è tra le province italiane che nel 2021 hanno registrato il minor tasso di mortalità legato al coronavirus. A certificarlo è stato il Rapporto redatto dell’Istat, insieme all’Istituto superiore di sanità (Iss) che ha analizzato le principali caratteristiche di diffusione dell’epidemia. L’analisi, estesa fino al gennaio del 2022, ha mostrato come i numeri della pandemia siano cambiati durante il tempo e nelle varie province italiane.
La diffusione.
Nel 2021 Sassari risulta anche la provincia con la minor diffusione con 3.791 casi ogni 100.000 abitanti, seguita dal Sud Sardegna (3.811), Isernia (3.856), Catanzaro (3.894) e Oristano (4.011). Le province più colpite in termini di diffusione del virus sono state invece Trieste (13.905), Rimini (13.751), Forlì-Cesena (12.308), Bolzano (11.756) e Imperia (10.746).
Il tasso di mortalità.
Tra le Province con il minor tasso mortalità nel 2021 Sassari si trova al secondo posto con 15,1 casi mortali ogni 100mila abitanti, subito dopo Biella (13,7) e prima di Bergamo (15,6). Sempre nel 2021i più alti tassi di mortalità legata al COVID-19 si sono registrati a Udine (77,4), Trieste (66,8), Prato e Napoli (63,0).
Analizzando i rapporti fra i tassi standardizzati di mortalità nel 2021 e quelli del 2020, si osserva che il gradiente Nord-Sud si è capovolto a sfavore del Centro-Sud. Tutte le regioni del Mezzogiorno, tranne la Sardegna, hanno registrato un lieve incremento della mortalità nell’anno 2021.
Rispetto al 2020, nel 2021 si registra un incremento dell’eccesso di mortalità nelle regioni del Centro (+1,0%) e del Mezzogiorno (+4,8%). Il calo del numero complessivo di decessi del 2021 rispetto al 2020 è dovuto soprattutto alla diminuzione dei decessi riscontrata al Nord (-13,2%), che è stata la ripartizione più colpita nella prima ondata della pandemia nel 2020. Malgrado si confermi che anche nel 2021 le persone di 65 anni e oltre siano quelle maggiormente colpite in termini di eccesso di mortalità, nel 2021 si osserva un grosso calo dei decessi in questa fascia di età: 37 mila in meno rispetto al 2020.
L’età delle vittime.
Considerando le età, il contributo più rilevante a livello italiano all’eccesso dei decessi del 2021 rispetto alla media degli anni 2015-2019 è dovuto all’incremento delle morti della popolazione con 80 anni e più che spiega il 72% dell’eccesso di mortalità complessivo; in totale sono decedute 455.170 persone di questa classe di età (circa 46 mila in più rispetto alla media del quinquennio 15-19). L’incremento della mortalità nella classe di età 65-79 anni spiega un altro ulteriore 21% dell’eccesso di decessi; in termini assoluti l’incremento per questa classe di età, rispetto al dato medio degli anni 2015-2019, è di oltre 13 mila decessi (per un totale di 177.937 morti nel 2021). A livello territoriale è nel Mezzogiorno che si osserva l’eccesso di mortalità maggiore dell’anno 2021 rispetto al periodo 2015-19 (+12,9% di decessi), con regioni come Puglia (+18,5%) e Molise (+14,6%) ben al disopra della media nazionale (+9,8%). Al Nord solo la Provincia autonoma di Bolzano e il Friuli-Venezia Giulia presentano un eccesso superiore al 13%.
I decessi riportati alla sorveglianza integrata ritenuti correlati al COVID-19 nel 2021 sono stati 59.136 e rappresentano l’8,3% dei decessi totali per il complesso delle cause, proporzione in calo rispetto all’anno precedente quando se ne contarono oltre 77 mila, il 10,3% del totale. Il Nord resta sempre la ripartizione con una proporzione maggiore di decessi COVID-19 su decessi totali, con un valore medio della ripartizione per il 2021 del 9%. Il Friuli-Venezia Giulia (14,2%), l’Emilia-Romagna (11,3%) e la Provincia autonoma di Bolzano (10,6%) sono le uniche regioni d’Italia dove si registra più di un decesso COVID-19 su 10