Gli ultimi rinvenimenti durante i lavori nel sottosuolo.
La ricca e prestigiosa colonia romana di Turris Libisonis, la Porto Torres di duemila anni fa, continua a regalare sorprese dal sottosuolo. Sono stati illustrati i recenti ritrovamenti, utili per studiare la conformazione di Turris Libisonis, uno dei principali centri di riferimento dell’impero romano in Sardegna su cui sorge oggi la città moderna.
Tra via Carducci e via Colonia Romana è stato recuperato il basamento di una colonna in calcare ed è stata individuata una struttura muraria in opus incertum. Oltre a quest’ultima gli archeologi hanno esaminato diverse sepolture monumentalizzate, plinti a base quadrata, una sepoltura con copertura in laterizi a cappuccina, un ambiente in opus latericium e un mattone con bollo di fabbrica che si trova ora nel Centro di restauro di Li Punti. Il tracciato del cavidotto che si sta compiendo durante i lavori per la rete del gas e della fiba ottica è stato finora modificato in corso d’opera al fine di permetterne la realizzazione e contestualmente assicurare la conservazione dei resti archeologici.
Dagli scavi della rete del gas di Porto Torres spunta un nuovo tesoro archeologico
I lavori stanno interessando l’intero centro storico e non è esclusa l’eventualità di dover effettuare ulteriori modifiche al tracciato con l’intensificarsi delle scoperte, eventualità dovuta anche alla mancanza, nel progetto originario risalente ad oltre dieci anni fa, della verifica preventiva dell’interesse archeologico, oggi obbligatoria per legge per i progetti di lavori pubblici che interessano il sottosuolo. La conservazione delle superfici e dei beni mobili è curata dal Centro di restauro della Soprintendenza di Sassari che si trova a Li Punti, attraverso i funzionari Alba Canu, Alessandra Carrieri, Charlotte Montanaro, dall’assistente tecnico Giovanni Antonio Chessa e dal fotografo Giovanni Porcu.