Sciopero della fame per la fibromialgia, la lotta di Daniel di Sassari

Daniel Contu

La vicenda di Daniel Contu di Sassari.

Daniel Contu è tra coloro che, da oltre un mese, partecipano a uno sciopero della fame a staffetta. La sua causa non è solo personale, ma riguarda milioni di italiani che quotidianamente affrontano la fibromialgia, una patologia debilitante che erode energia, forza, dignità e, purtroppo, anche la speranza.

Contu, come molti altri pazienti, ha scelto di privarsi del cibo per attirare l’attenzione su una battaglia fondamentale: il riconoscimento della fibromialgia come patologia da inserire nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) del Sistema Sanitario Nazionale. Senza questo riconoscimento ufficiale, chi soffre di fibromialgia è costretto a sostenere da solo i costi delle terapie e delle cure, un peso insostenibile per chi vive già ai limiti della propria forza fisica e psicologica.

“Lo sciopero della fame non è una scelta facile, ma è l’unica che ci resta per rompere il silenzio”, afferma. La determinazione di Daniel è alimentata dalla frustrazione per l’assenza di risposte concrete da parte del Governo. Ogni giorno senza una soluzione si traduce in un ulteriore sacrificio per chi lotta contro la fibromialgia: c’è chi rinuncia a curarsi, chi perde il lavoro, chi si arrende.

Contu ha partecipato al primo giorno di sciopero il 7 novembre, un gesto che, pur essendo doloroso, considera necessario per richiamare l’attenzione sulla sua causa. Ma le risposte non sono arrivate e il 25 dicembre segnerà la sua seconda giornata di sciopero della fame a staffetta.

La battaglia per il riconoscimento della fibromialgia è una questione che non può restare nell’ombra. La sensibilizzazione è fondamentale per spingere il Governo a prendersi carico di chi, ogni giorno, combatte una battaglia che non si vede, ma che ha un impatto devastante sulla vita delle persone.

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