Tre maxi sequestri di marijuana nel Sassarese: 12mila piante
Tra Buddusò e Ardara sono state scoperte le più grande piantagioni del Sassarese negli ultimi 10 anni: recuperate oltre 12mila piante di marijuana. L’11 settembre, l’11 e il 14 ottobre i tre blitz dei carabinieri in campagna.
Il primo sequestro
All’alba dello scorso 11 settembre, in località “Sa Zura”, è scattata la prima operazione. Cacciatori di Sardegna, elicottero e militari delle stazioni di Buddusò ed Alà dei sardi col nucleo operativo hanno sequestrato 1.007 piante di canapa. Dell’altezza di un metro circa e già essiccate, 2mila metri di tubi in polietilene, un’autoclave a motore e tre cisterne per un volume complessivo di 12mila litri d’acqua. Al termine delle operazioni di sradicamento, sono state deferite all’autorità giudiziaria tre persone originarie del paese.
La seconda operazione
La seconda operazione, compiuta ad un mese esatto dalla precedente, ritenuta molto più remunerativa per il numero di piante recuperato, ha interessato la località “Sas Serradinas”, lungo la direttrice Buddusò-Osidda. All’alba dello scorso 11 ottobre, oltre 40 militari hanno circondato una vasta superficie campestre difficilmente raggiungibile con i mezzi fuoristrada. Nascosti tra la vegetazione, hanno rinvenuto ben cinque diversi lotti di terreno interamente occupati da piantagioni di canapa. Piante a perdita d’occhio per diverse centinaia di metri, alte fino a 2 metri, tutte fiorite e con le infiorescenze in ottimo stato di maturazione.
I diversi appezzamenti, protetti da recinti elettrificati per la dissuasione dei selvatici o del bestiame vagante, erano tutti serviti da un ingegnoso sistema di irrigazione a goccia. Che era stato collegato ad uno scambiatore idraulico pressurizzato per la concimazione dell’acqua irrorata. Era governato da una centralina elettronica autoalimentata con controllo da remoto per l’attivazione delle elettrovalvole. Che erano agganciate, tramite un allaccio abusivo, alla condotta Abbanoa proveniente dalla diga di Sos Canales.
Sul posto, ben nascosti tra gli anfratti rocciosi, c’erano anche 37 sacchi di plastica trasparente con infiorescenze già essiccate per un totale di oltre 38 chili. Al termine di due lunghe giornate, in aggiunta ai predetti sacchi, venivano sradicate 8.520 piante (altezza variabile da 80 a 200 cm). Sequestrati circa 9.000 metri di tubi da 16 e 50 mm., 2.500 metri di filo per metallico per recinzioni elettrificate. Centinaia di isolatori e paletti in ferro, una centralina wii-fi/bluetooth ed altra attrezzatura minuta.
Il terzo blitz
Un’altra importante operazione è stata quella conclusasi al confine tra Mores e Adara nella giornata dello scorso 14 ottobre quando i carabinieri hanno fatto irruzione all’interno di un’azienda agricola sita in località “Tola” e vi hanno sorpreso 9 persone. Erano intente alla raccolta e alla sbocciolatura di una piantagione di canapa; uno dei presenti, posizionato in maniera più defilata rispetto agli altri, avvedutosi dell’arrivo dei carabinieri, riusciva ad allontanarsi, abbandonando però sul posto la sua autovettura con all’interno il proprio portafoglio contenente tutti i documenti di riconoscimento.
All’esito del controllo venivano rinvenuti e sequestrati 2.340 piante (altezza variabile da 120 a 170 cm), poco meno di 1.300 chili di infiorescenze già separate ed imbustate in grossi sacchi di carta o in cassette per la frutta. Due gruppi elettrogeni, cinque ventilatori industriali per l’essiccazione ed alcune migliaia di metri di tubi per uso irriguo. Inoltre, sul posto, intervenivano i militari del nucleo carabinieri ispettorato del lavoro di Sassari. Al termine delle verifiche a carico del titolare della ditta individuale che aveva posto a dimora la piantagione per la quale era stato comunque accertato un livello di Thc oltre i limiti di legge, applicavano la c.d. “maxi-sanzione” per i lavoratori a nero per un importo di 17.600 euro (pari al 100% dei lavoratori presenti), corroborata dal provvedimento accessorio della sospensione immediata di ogni attività.
[Foto: immagine di repertorio]