Le incertezze sul futuro dei nomadi dopo lo sgombero del campo a Sassari.
L’argomento che tiene banco a Sassari, all’indomani dello sgombero del campo nomadi di Piandanna, è dove verranno sistemati i rom non coinvolti nell’attività d’indagine. Se fino a pochi giorni fa la parola d’ordine era quella di chiudere l’area ad alto rischio ambientale, ora l’attenzione si sposta sulla destinazione delle famiglie, spesso con figli minori a carico.
La ricerca di una sistemazione.
Il Comune di Sassari, attraverso i Servizi Sociali, ha trovato delle sistemazioni provvisorie, ma di soluzioni immediate non s’intravede l’ombra. Soprattutto per il fatto che, culturalmente, i rom sono abituati a spostarsi. Non a caso sono definiti nomadi, ovvero privi di abitazione o residenza fissa. Un capitolo a parte merita la questione dei bambini, dove a decidere è il Tribunale dei minori di Sassari, che sulla vicenda tiene il massimo riserbo.
Palazzo Ducale, attraverso l’assessorato competente, si era mosso più volte per cercare un’abitazione ai rom. Tuttavia, nonostante i contributi comunali, nessuno ha voluto alloggiare le famiglie di nomadi. A vuoto, inoltre, ogni tentativo di spendere i soldi europei e regionali per soluzioni abitative. I rom, coerentemente con le loro convinzioni, hanno preferito restare nel campo di Piandanna dov’è stata realizzata una bomba ecologica.
Quanti sono i nomadi coinvolti dopo lo sgombero del campo.
I nomadi coinvolti sono una trentina, di cui 17 bambini. “Sono ospitati in comunità e strutture alberghiere presenti in tutto il territorio. Ogni attività, svolta dai nostri Servizi Sociali in sinergia con il Tribunale dei minori, è svolta con particolare attenzione nei confronti dei minori, e delle loro madri. E così sarà anche per valutare le scelte che riguardano il loro futuro. Si cercherà di capire anche cosa desiderano fare le famiglie, potrebbero scegliere di andare via come hanno già fatto altri nuclei familiari in passato”, fa sapere l’assessore Gianfranco Meazza.
Intensificati i controlli delle forze dell’ordine.
Le forze dell’ordine, a partire dalla polizia locale, stanno intensificando i controlli sul territorio per impedire altre occupazioni che, com’è risaputo, costituiscono reato. Nel frattempo ci si interroga su come e quando partiranno le operazioni di bonifica in un’area ampia diversi ettari.