Il nuovo brano di Andrea Becu Pireddu.
Ha 26 anni e la musica è una delle sue più grandi passioni. Andrea Becu Pireddu, originario di Sorso, ha un diploma da informatico e una triennale in nuove tecnologie dell’arte ottenuta a febbraio. Di lavori ne ha fatti tanti, dal barista in un ristorante del Ticino ad altri contrattualizzati in Svizzera. L’ultimo suo brano si intitola “Idmc, Il Dovere Mi Chiama” e ha ottenuto, in poche settimane, diverse migliaia di ascoltatori.
Una canzone che suona come provocazione.
“Il pezzo non tratta argomentazioni specifiche – afferma l’artista -. Parla di tutto e di niente allo stesso tempo, come dico nel testo. È un po’ il riflesso della scena rap attuale. Ovvero tanti artisti che vogliono e pretendono tanto dalla musica, ma alla fine non danno niente in cambio. Nessuna sostanza nei testi, nella tecnica o nella musica. E tutto questo è come se mi spingesse a pubblicare per dire la mia e farmi sentire, far sapere a tutti che la penso così. Non posso criticare senza farmi sentire. Infatti è come se il pezzo fosse una chiamata al dovere. È una critica a quello che sento nella scena rap attuale e allo stesso tempo una mia presentazione come rapper, essendo la prima traccia. Come se dicessi ‘ok il mio senso del dovere mi dice di parlare, sentite quanto spacca anche senza contenuti’. Il che è un po’ una provocazione. Una cosa presuntuosa, proprio come la scena attuale. In Idmc punto solo sulla tecnica e sulle punchline. C’è un ritornello che compare solo all’inizio e alla fine del testo per dare sfogo a tutta una montagna di rime al centro, il che risulta un po’ pesante e poco piacevole da ascoltare musicalmente, ma va bene cosi, devono sentirsi le rime, punto su quello”.
La grande passione di Andrea Becu Pireddu.
Fino al mese scorso Becu ha lavorato in un bar. Ora cerca un impiego che sia più coerente con i suoi studi. Qualcosa come grafico, fotografo o videomaker. Ogni tanto fa qualche lavoretto per conto suo, ma lavorare sotto contratto, si sa, è tutt’altra roba. La musica gli è sempre piaciuta, fin da quando era bambino. “Purtroppo non ho mai frequentato un corso musicale e non ho mai imparato a suonare uno strumento, anche se mi sarebbe piaciuto. Forse in futuro lo farò. Anche ai miei genitori piace la musica ma non sono mai stati in nessun ambiente di produzione musicale e di conseguenza nemmeno io”.
Nel 2017 il primo approccio e due grandi amicizie.
Il primo approccio con la produzione musicale è arrivato nel 2017, quando ha iniziato a frequentare due persone che con il tempo sono diventati suoi carissimi amici, che peraltro avevano già a che fare con tale ambiente anche se in modi differenti. “Uno di loro lo conosco da una vita, ma a partire da quel periodo abbiamo legato tantissimo. Oltretutto sono fidanzato con sua sorella. Parlo di Matteo Tilocca, in arte Tilo, un genio della musica. L’altro ragazzo non lo conoscevo prima del 2017, ma avevamo parecchie conoscenze in comune. Siamo usciti insieme e diventati grandi amici. Lui è Alessandro Ganau, in arte V£rso, un talento naturale. In pratica quando ero con loro si parlava e si discuteva quasi sempre e solo di musica. Fin quando hanno iniziato a farla insieme: Matteo produceva delle basi musicali e Alessando ci rappava sopra ed era una cosa fighissima”.
L’artista ha contribuito personalmente alla realizzazione di copertine, grafiche e video di singoli e album, sia di Tilo che di V£rso. “Credo di essere stato il loro fan numero 1. Anche perché ero sempre con loro nel mentre che sviluppavano un’idea, durante la fase di produzione musicale, la fase di scrittura e di registrazione. Stando in questo ambiente mi è venuta la voglia e il desiderio di esprimermi tramite la musica. Volevo farlo a tutti i costi e dicevo ‘se lo fanno loro posso riuscirci anche io’ pur non avendo nessuna conoscenza musicale o di scrittura“.
Guardando e ascoltando loro, pian piano ha imparato a fare delle cose e capire dei concetti base della musica e della scrittura, ma uno degli obiettivi del 26enne è quello di portare un po’ di Sardegna in Svizzera. “Non sapevo niente di niente. E loro mi hanno sempre aiutato e seguito. Io non mi sono mai dato per vinto. Con il tempo facevo delle cose sempre più decenti e corrette. Abbiamo iniziato a condividere idee e produrre insieme, fare freestyle in giro e scrivere. Ognuno faceva sentire i propri progetti agli altri e se ne discuteva. Loro erano sempre 10 passi davanti a me e questo mi dava la motivazione per spingermi sempre un po’ più in là per stare al passo. Inoltre mi dava la consapevolezza che sarei potuto migliorare ancora molto”.