Il cantautore Soleandro.
Soleandro, all’anagrafe Giovanni Maria Pilo, è uno degli artisti sardi più amati. Nato a Ploaghe, ma residente ad Alghero, è tornato alla ribalta con “Savitri“, canto d’amore sulle note di Ed Sheeran.
Soleandro, di recente ha presentato “Gira sa roda”, invitando gli artisti sardi ad interpretarla. Vi sarà anche un contest con relativa premiazione. Di cosa si tratta?
“Quando dicevano “gira sa roda e trunca sa cadena” significa cambia il tuo stile di vita, cambia la tua vita se vuoi vedere un miglioramento. Perché come vivi hai sempre ottenuto quello perciò ti lamenterai che oltre così non va. Quindi “gira sa roda” significa osa e “trunca sa cadena” cambia il tuo destino. È necessario muovere qualcosa di fermo, di sedentario. Ho iniziato lo scorso anno con Savitri che è una delle canzoni più cantate in Sardegna. Occorre chiedersi perché è la più cantata? Ci sono molti elementi che si sono incontrati insieme. Il contest è servito per far conoscere qualcosa di bello ai giovani che vorrebbero cantare. Ma attenzione. Una cosa è cantare in sardo, altra cosa è cantare il sardo comprendendo quello che si sta cantando. Faccio il contest per dare una possibilità, cosa che a me quando ho iniziato non me l’hanno mai data. Se cantando uno riesce ad esprimere un’emozione attraverso “gira sa roda” che appartiene al mio album che uscirà a Pasqua nel 2020, premio chi vincerà facendo un video con professionisti, video che poi farà curriculum“.
Accennava poco fa a Savitri, diventanto uno dei tuoi più grandi successi. Come nacque l’idea di riscrivere la canzone di Ed Sheeran e soprattutto cos’hai voluto esprimere?
“Mi hanno chiesto perchè ho “copiato” la canzone di Ed Sheeran. No, non ho copiato. Sono stato ispirato dalla sua musica adattandola ad uno della mia età. Lui ha scritto l’amore per una ragazza, io ho voluto esprimere un amore divino. C’è di mezzo un filosofo indiano che ha scritto seimila pagine dedicate a Savitri che è una novella indiana risalente a I Veda, l’equivalente della Bibbia. Il segreto sta nel capire la differenza tra l’amore incondizionato per le cose e la vita, quello che aveva San Francesco per intenderci e nei rapporti di coppia come intendiamo noi. Ora basta un messaggio su whatsapp scritto male che subito si litiga. Quello non è amore, è bramosia. L’amore universale per le cose, amore incondizionato, questo è Savitri. Tra l’altro Savitri è un nome di donna, molto usato come Maria in Italia. La storia di una principessa che sconfigge la morte, dunque si parla di cose molto serie”.
Nei testi si evince un forte legame con l’isola e soprattutto con Ploaghe, dove sei nato. Che rapporti e ricordi hai del tuo paese d’origine?
“A Ploaghe ho la mia famiglia. Io vivo ad Alghero ma lì ho i parenti. Ho scritto anche una canzone dedicata al mio paese e nel ’98 “terra mia” che è tra le più cantate in Sardegna. E anche Savitri lo diventerà, perché è un cantico d’amore come può essere no potho reposare. Non possiamo stare 100 anni ad aspettare una canzone nuova”.
Nella vita reale, così come in rete, è diventato una star. E sicuramente uno tra gli artisti più amati in Sardegna. Qual è il segreto del tuo successo?
“La testardaggine e la costanza, non ho mai mollato. Fin da bambino facevo questo, son nato così. Il talento è un dono che devi coltivare, come una pianta cresce quando ogni giorno gli dai un po’ d’acqua. Conosco dei talenti in Sardegna che non studiano ed è un peccato. Occorre leggere molti libri, guardare programmi di un certo livello. Lavoro molto ed uso la tecnica dello yoga integrale, ovvero prego mentre cammino”.
Se dovesse consigliare ad un’artista emergente di lavorare nella musica, cosa gli diresti?
“Ogni persona merita il consiglio per quello che è, quindi dovrei prima sentirlo. Per aiutarla è necessario conoscerla. Poi potrò dare consigli in base alla mia esperienza. Nel frattempo continuo col mio contest per divulgare la lingua sarda perché non si estingua, perché siamo in pericolo e quindi far capire alla gente che dietro una grande canzone c’è un grande lavoro“.