Sassari dopo il coronavirus si risveglia più sporca.
Dopo oltre due mesi di fermo a causa dell’emergenza coronavirus, Sassari si risveglia decisamente più sporca. Sono numerose, infatti, le criticità dei cittadini che si trovano a fare la spola tra rifiuti più o meno ingombranti abbandonati in strada o fuori dai cassonetti.
L’ultima segnalazione arriva da via Leonardo da Vinci, ripulita di recente grazie all’interessamento del comitato “Monte Rosello nel cuore”. Una situazione che è degradata col passare del tempo vista l’erba alta e il rischio che possano nascondersi zecche, pericolose per gli umani e amici a 4 zampe. Ragion per cui, nei prossimi giorni, lo stesso comitato interverrà per dare una ripulita.
Ancora sporcizia e cacche di cane nella via per Palazzo Ducale a Sassari.
Situazione analoga in via Porcellana dove, all’altezza della chiesa del Ss. Sacramento, si trovano pannelli in legno accatastati gli uni sopra gli altri, scaldabagni e buste contenenti diversi materiali. I residenti hanno protestato, diverse volte, chiedendo maggiori controlli e sanzioni esemplari nei confronti degli incivili. Appelli caduti nel vuoto, soprattutto nella mente di quanti si ostinano ad imbrattare la città dando al visitatore un’immagine che Sassari non merita.
Il copione, poi, si ripete nel centro storico. A pochi passi da Palazzo Ducale, in via monsignor Porcheddu così come in via Canopolo, gli escrementi dei cani sono una costante rendendo difficoltoso il passaggio, costringendo i pedoni a guardare più verso terra che non verso il prossimo. In quest’ultima via, inoltre, all’altezza dell’entrata secondaria della chiesa di Santa Caterina, sono numerose le buste gettate a terra.
L’emergenza coronavirus fa aumentare la sporcizia di vicolo Palazzo Civico a Sassari.
Fatto identico a quello di vicolo Palazzo Civico, dove i residenti hanno lamentato la dimenticanza degli operatori ecologici che non pulirebbero a dovere il tratto di strada, martoriato da infiniti escrementi, confinante con uno dei più importanti simboli della città. L’ultima volta, infatti, risale a diverso tempo fa ed è stato possibile grazie al forte dissenso espresso dagli stessi.