La scoperta dell’Università di Sassari sull’erba gatta.
Un insetticida naturale dall’erba gatta: è questo l’avveniristico scenario delineato da una ricerca appena pubblicata sulla prestigiosa rivista internazionale Heliyon (gruppo Elsevier) dai ricercatori Emmanuele Farris e Alfredo Maccioni dell’Università di Sassari (Dipartimento di Scienze Chimiche, Fisiche, Matematiche e Naturali). Hanno collaborato Silvia Macis, attualmente dottoranda all’Università di Cagliari (Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente), e Marc Gibernau, senior researcher dell’Università della Corsica – Cnrs (Laboratorio di Scienze per l’Ambiente di Ajaccio).
Si tratta di un primo, concreto risultato apportato dal progetto Pnrr e.Ins – Ecosystem of Innovation for Next Generation Sardinia, di cui l’Università di Sassari è capofila: i ricercatori cercavano di capire se l’erba gatta (Teucrium marum, famiglia delle Lamiacee, la stessa del timo e del rosmarino), un piccolo arbusto aromatico che vive nella bassa macchia mediterranea (gariga) delle isole del Mediterraneo occidentale, avesse un profilo fitochimico differente tra popolazioni costiere e montane. Studiando alcune popolazioni costiere e altre montane in Sardegna (Alghero, Capo Sant’Elia, Costa Paradiso, Osilo, Monte Limbara e Supramonte di Urzulei), non solo hanno trovato una risposta affermativa, ma hanno anche appurato che l’olio essenziale delle popolazioni costiere è caratterizzato da un’ingente quantità di Dolichodial, una biomolecola a forte azione insetticida.
“Questa ricerca, attivata grazie a un finanziamento della Fondazione di Sardegna e affinata grazie al Pnrr, rappresenta un classico esempio di un’investigazione scientifica di tipo ecologico, che porta inaspettatamente a risvolti di notevole potenzialità economica – commenta Emmanuele Farris, coordinatore dello studio e referente dello spoke 9 di e.INS (Patrimonio Ambientale) per l’Università di Sassari – Nell’ambito di e.Ins, stiamo lavorando per migliorare la gestione delle infrastrutture verdi regionali e valorizzare il capitale naturale che esse contengono. I primi risultati che pubblichiamo sono molto incoraggianti, in quanto, oltre a darci interessanti risposte scientifiche, ci dicono che le aree pietrose con vegetazione rada delle nostre coste e montagne, spesso considerate economicamente marginali, sono in realtà un serbatoio prezioso di biodiversità, che, se utilizzata in maniera sostenibile, può essere alla base di filiere green ad alto tasso tecnologico“.
Lo studio appena pubblicato si intitola Phytochemical diversity within and among Sardinian populations of the endemic Teucrium marum L. (Lamiaceae) is determined by ecological factors, ed èconsultabile sul sito https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2405844023049368.