Il vicesindaco di Sassari Meazza.
Una città più vivibile, nella quale sia garantita “un’efficiente mobilità ai cittadini e alle imprese”. Una città più attraente “con angoli verdi, panchine, fontane”. Una città sostenibile, con le piste ciclabili, sì, ma “dove servono”. Il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici Gianfranco Meazza traccia il futuro di Sassari. Senza dimenticare i parcheggi, la metrotranvia e il centro intermodale.
Assessore, qual è la sua idea di mobilità sostenibile?
“Il trasporto e nello specifico la mobilità assume una connotazione centrale per la crescita di Sassari. È volano dello sviluppo socio economico. Non ci può essere crescita del territorio se non si potenziano le infrastrutture che consentano un’efficiente mobilità ai cittadini e alle imprese. Oggi più di ieri occorre lavorare perché la politica della mobilità sia incentrata, per quanto possibile, sulla sostenibilità da intendere come capacità di muoversi e circolare di persone e cose senza sacrificare importanti valori umani ed ecologici essenziali per il nostro territorio. Ovviamente, una politica pubblica sulla sostenibilità deve avere una visione integrata e coordinata anche a livello macro. Bisogna trovare un punto di equilibrio tra lo sviluppo economico delle città che passa tramite l’accessibilità e la qualità di vita e la tutela ambientale“.
Qual è il destino delle attuali piste ciclabili?
“Sulle piste ciclabili a Sassari, contrariamente a quanto si è scritto in alcuni organi di stampa, non vi è alcun atteggiamento pregiudiziale. L’ottica su cui si pone l’amministrazione è costruttiva e propositiva. Le piste ciclabili fanno certamente parte di un ragionamento più ampio volto ad attuare una politica di mobilità sostenibile. Ma come in tutte le azioni amministrative occorre un’attenta contemperazione. Le piste ciclabili occorre realizzarle dove servono e compatibilmente con la struttura e conformazione e limiti oggettivi, purtroppo, della città altrimenti si rischia di fare danno. Noi abbiamo una grande responsabilità, non possiamo permetterci di distruggere o di aggravare la situazione della viabilità con gravi interferenze veicolari in punti nevralgici provocando un vulnus al sistema della viabilità urbana. Un buon amministratore si vede non solo quando trova il denaro, non solo quando riesce a spenderlo, ma anche quando lo spende bene. Fare la pista ciclabile dove non serve tipo via Turati, via Monte Grappa, via Napoli o aree limitrofe con soppressione di oltre 400 posti auto significa spendere male il denaro pubblico e danneggiare la città. Non basta dire: ho speso i soldi, bisogna pure spenderli bene. Peraltro sulla proposta di nuove piste ciclabili così come recate nel POD Programma Operativo di Dettaglio non era stato coinvolto il Settore competente della Mobilità. Proprio l’Ufficio al riguardo aveva espresso forti criticità. Evitiamo dunque di ripetere danni come quelli su viale Italia o via Diaz”.
Quali sono gli interventi prioritari di cui ha bisogno la città?
“Abbiamo ereditato una situazione molto critica sia sul versante delle manutenzioni ordinarie sia su quelle straordinarie. Mancanza di strisce pedonali, insufficienza o carenza di cartelli stradali verticali e orizzontali di segnaletica luminosa. Idem per l’impianto di illuminazione, anche quello sportivo, su cui è in atto una programmazione e rivisitazione complessiva. Ci sono tante cose ordinarie che non funzionano. Per fare un altro esempio di carenza ereditata a Palazzo Ducale la linea internet è precaria. Cade la linea o comunque è debole. In diverse circostanze mi sono ritrovato a usare il mio dispositivo mobile. Secondo lei è normale? Oppure le scuole o gli impianti sportivi. Sono tante quelle che necessitano di interventi di manutenzione e questo vale anche per le palestre scolastiche inidonee se non inagibili, ove ci piove dentro, su cui occorre intervenire. Sassari ha bisogno di ritornale alla normalità, i cittadini chiedono il ripristino delle cose ordinarie ed essenziali. Su un livello più ampio o a medio lungo termine Sassari deve investire, senza investimenti non si va da nessuna parte. Obiettivo primario è il Centro intermodale, metrotranvia e partire finalmente con la rete metropolitana, da anni ferma”.
Come verranno riqualificate le piazze libere dalle auto, una volta realizzati i parcheggi interrati?
“I parcheggi di struttura servono a liberare le auto dalle strade e dalle piazze proprio per renderle fruibili ai pedoni, dare decoro urbano, con angoli verdi, panchine, fontane, organizzazione di mercatini naturali e tematici ed eventi culturali. La città sarebbe certamente più vivibile e il centro più attraente per tutti. Ovviamente, questo non basta se non si creano le condizioni di una programmazione che consenta di investire al centro. L’attrazione del centro passa anche per una modifica del piano del commercio”.
Sassari avrà finalmente un centro intermodale?
“Sassari aspetta da più di 20 anni il centro intermodale. Non possiamo più permetterci di perdere tempo. È un investimento fondamentale se conseguiamo l’obiettivo dell’interscambio gomma ferro. Stiamo lavorando anche sulla metrotranvia, altro investimento essenziale per il rilancio del territorio”.
Qual è il futuro dell’area blu?
“La questione area blu è strettamente correlata alla vicenda della società di gestione su cui serve un intervento di rivisitazione e programmazione. Anche in questo caso abbiamo ereditato una situazione molto critica e carente ove in questi anni non vi è stata alcuna interlocuzione, sia per quanto concerne le tariffe sulla sosta, molto elevate in alcune aree come piazza Mazzotti, sia per la mancata realizzazione del terzo parcheggio su cui incombeva e incombe l’obbligo in capo a Saba. L’obiettivo in futuro dovrà essere l’implementazione dei parcheggi di struttura rispetto ai parcheggi di superficie”.