I voti in cambio di lavoro coinvolgono una rete sassarese.
La polizia di Stato ha portato a termine un’indagine che ha portato all’individuazione e all’identificazione di una donna originaria di Sassari, accusata di aver orchestrato una rete illecita finalizzata a scambiare voti con promesse di lavoro. La vicenda, che ha coinvolto anche 14 complici, è stata seguita attentamente dalla Digos della Questura di Oristano, sotto la direzione del commissario capo Federica Sanna. L’indagine si è concentrata su comportamenti contrari alla normativa elettorale, con l’obiettivo di garantire l’integrità del diritto di voto e la regolarità delle elezioni del 25 febbraio 2024 per il rinnovo del Consiglio regionale della Sardegna e l’elezione del presidente della Regione.
Le ricerche hanno rivelato che la donna aveva ideato e messo in atto un’operazione su larga scala, mirata a reclutare persone disoccupate e in difficoltà economiche, con l’intento di garantirsi un voto sicuro per un candidato della circoscrizione oristanese. Tramite incontri con diverse decine di disoccupati, la donna prometteva loro posti di lavoro e altri vantaggi economici, creando un legame tra le necessità dei destinatari e il favore elettorale richiesto.
Il lavoro investigativo, condotto con meticolosità, ha permesso di delineare il quadro di una rete ben strutturata che, oltre alla figura principale, comprendeva numerosi collaboratori dislocati nel territorio oristanese. Questi, operando in modo consapevole, hanno concorso al progetto illecito della donna, rafforzando la sua azione e contribuendo a garantire l’esito sperato dalle sue promesse.
Alla conclusione delle indagini, la Procura della Repubblica di Oristano ha disposto il deferimento di 15 individui, tutti accusati di aver violato l’articolo 96 del Testo Unico delle Leggi Elettorali, per aver scambiato promesse di impiego e altre forme di aiuto con la promessa di voto. La complessità e l’ampiezza dell’operazione hanno permesso di scoprire e smantellare una rete che minava la trasparenza e l’onestà delle consultazioni elettorali, garantendo un maggiore controllo sulla correttezza del processo democratico.