Ascanio Celestini porta ad Alghero la sua “Radio Clandestina”

Ascanio Celestini con Radio Clandestina ad Alghero

Ascanio Celestini porta al Teatro Civico “Gavino Ballero” di Alghero uno dei suoi spettacoli più emozionanti e intensi: “Radio Clandestina”. L’appuntamento è per il 24 maggio alle 21 con la rassegna “Teatri in via di estinzione” organizzata dalla Compagnia Meridiano Zero. Dedicata ai linguaggi del contemporaneo, dalla musica al teatro, alla danza, alla performance e alle incursioni multimediali.

Attore, autore, scrittore, regista per il teatro e per il cinema, Ascanio Celestini è nato a Roma nel 1972. Ed è uno degli esponenti più apprezzati del nuovo teatro di narrazione. “Radio Clandestina” è un intenso racconto teatrale. In cui Celestini rievoca, con la consueta capacità di coinvolgere ed emozionare attraverso l’uso sapiente della voce e di una scenografia essenziale, l’eccidio delle Fosse Ardeatine.

Uno degli episodi più cruenti dell’occupazione nazifascista durante la Seconda guerra mondiale, quando il 24 marzo 1944 i tedeschi trucidarono 335 persone in una cava sulla via Ardeatina, a Roma. Era una rappresaglia per l’attacco contro 32 soldati-poliziotti delle SS compiuto il giorno precedente dai Gap, i gruppi di azione patriottica.

Il monologo parte dal libro “L’ordine è già stato eseguito” (Premio Viareggio), nel quale Alessandro Portelli raccoglie le voci di duecento persone di diverse generazioni ed estrazioni sociali. Collocando l’eccidio delle Fosse Ardeatine in un contesto di più ampio respiro che abbraccia la storia di Roma e la resistenza partigiana. Celestini ripercorre in “Radio Clandestina” anche la storia dei nove mesi di occupazione nazista a Roma, e poi i cinque anni della guerra, e i venti del fascismo.

“L’eccidio delle Ardeatine e l’azione di via Rasella che lo precedette sono ormai parte di un mito negativo, di una storia che viene raccontata al contrario”. Così spiega nelle note di regia. “Io ho provato, partendo dai materiali pubblicati nel libro di Alessandro Portelli, a dare voce a quella parte orale della storia. Che ancora racconta quei giorni in maniera viva, diretta e non rovesciata».

Condividi l'articolo