Quattro appuntamenti a Sassari con la rassegna Astrale
Edizione numero due a Sassari per Astrale, la rassegna dedicata a danza, musica, teatro e videoarte organizzata dal gruppo musicale Bertas. Insieme alla compagnia teatrale la Botte e il Cilindro e quest’anno anche dall’associazione S’Ala, per valorizzare i talenti locali provenienti dai diversi ambiti artistici.
Dal 23 febbraio al 4 maggio sarà il Teatro Astra di corso Cossiga, a Sassari, a ospitare la manifestazione che nel titolo richiama alla maestosità della volta celeste. Ma anche allo storico teatro cittadino che da due anni ha ricominciato a vivere. “Dopo l’ottimo riscontro della prima stagione, sia in termini di qualità sia in termini di risposta del pubblico, abbiamo deciso di rinnovare il nostro impegno anche quest’anno – spiega Franco Castia dei Bertas -. Il tentativo è quello di combinare insieme sensibilità, prospettive artistiche, linguaggi anche distanti fra loro. Usando come polo d’attrazione e di aggregazione il rinato Cine Teatro Astra. L’obiettivo è privilegiare le iniziative di quegli artisti che difficilmente, senza una produzione solida alle spalle, potrebbero beneficiare della dignità d’un palcoscenico. E in particolare di quanti abbiano una produzione discografica di recente uscita alle spalle o di prossima pubblicazione”. Sostenuta dalla Regione autonoma della Sardegna, dal ministero della Cultura, dalla Fondazione di Sardegna e dal Comune di Sassari, l’edizione 2023 di Astrale proporrà quattro appuntamenti, tutti alle 21.
Gianfranco Cossu
Giovedì 23 febbraio a inaugurare la nuova edizione di Astrale sarà il chitarrista sassarese Gianfranco Cossu. Suonerà i brani del suo ultimo album Coi delfini del cielo (2020) per la prima volta insieme a tutti i musicisti che l’hanno registrato con lui. Marcello Peghin alle chitarre, Salvatore Maltana al contrabbasso, Paolo Zuddas alle percussioni e Paolo Carta Mantiglia al clarinetto basso. Quella dei “Delfini del Cielo” evoca un lasciarsi andare per permettere alla musica di sgorgare liberamente, di dispiegarsi nelle pieghe dell’animo occulte, tenute in disparte.
La Plonge
Giovedì 16 marzo l’appuntamento è con il rock-pop dei La Plonge, band sassarese formata da Domenico Canu (voce, chitarra, synth), Massimiliano Lai (batteria), Felice Carta (basso) che proporrà al pubblico un concerto dal titolo Arrivi e ri-partenze. L’Universo dei La Plonge è un universo in espansione. Come l’acqua si fa la strada. Attraversa il post-punk, gli anni ‘80, l’elettronica, tutto in chiave La Plonge! Nelle loro canzoni la condizione umana esplode come l’universo stesso è esploso. Sono intime, sono gridate, sono ironiche, sono disincantate. Parlano della vita com’è, come vorremmo fosse. Cercano nella realtà un riparo dalla realtà.
Vanessa Bissiri
Il 6 aprile sale sul palco dell’Astra la multi-artista Vanessa Bissiri che, dopo una carriera fatta di teatro, danza e performance basate sullo studio della voce presenta per la prima volta in Sardegna Empatica, il suo album di debutto come cantautrice, appena pubblicato. Con lei saranno sul palco: Mario Maeso, Sergio Rojas, Giancarlo Scevola, Coco Sauvetre. Empatica è riconoscere ad occhi chiusi. Quasi un manifesto, una dichiarazione, un monito. Perché a guidarci siano i sensi, per restituire uno spazio al pensare del corpo, per guardare con la pelle. Si fondono atmosfere elettroniche con ritmi e suoni del mondo, che ci restituiscono un pugno di canzoni nostalgiche, visionarie, ridenti.
Margherita Lavosi e Cristian Ferlito
Il 4 maggio la chiusura del sipario su Astrale è affidata al duo formato da Margherita Lavosi e Cristian Ferlito che portano sul palco Karioca: storie e suoni di incontri. Cosa fanno una sarda e un siciliano a Sassari? Ovvio: musica brasiliana! Margherita Lavosi e Cristian Ferlito arrangiano ed interpretano in maniera personale il cuore caldo, sensuale, variopinto e malinconico che emerge prepotente da una conoscenza attenta della musica popolare di quell’immenso Paese, culturalmente ricchissimo e mutevole. È un Brasile, il loro, che in loro germoglia, fiorisce e si incarna, lontano dagli stereotipi stucchevoli e lungamente abusati, in salvo dall’idea statica e conformista che ne ha l’occidente.