La situazione del lavoro in provincia di Sassari.
Un 2021 da (quasi) dimenticare per le imprese e i lavoratori del territorio sassarese. Così riferiscono alcuni protagonisti dei settori legati a industria e commercio, che provano con difficoltà a risalire la china dopo il crash pandemico. “Quest’anno – sostiene Massimiliano Muretti, segretario della Cgil con delega all’Industria – abbiamo avuto qualche segnale positivo ma era impossibile fare peggio del 2020”. Molte le partite aperte, in particolare sul tema caldo della transizione energetica, pochi i raggi di sole: “La chimica verde è al passo – continua Muretti – e, per quanto riguarda la committenza dell’Eni, si è registrato uno spezzettamento degli appalti e la contrazione, in alcuni casi, delle maestranze”. Duemila i lavoratori, tra la centrale di Fiumesanto e la Petrolchimica di Porto Torres, che aspettano risposte sul loro futuro, al momento incerto sia per cause strutturali e storiche che per il down economico da covid. Segno più invece per il comparto edilizia spinto dal superbonus governativo.
Lo sottolinea Giuseppe Ruggiu, presidente Confindustria Centro Nord Sardegna, che indica la governance regionale come l’interlocutore primo da cui ricevere sostegno per “organizzazione, programmazione e marketing rivolto al comparto turistico, che per la nostra isola rappresenta una parte fondamentale di Pil”. La rosa delle problematiche è però ampia e per la sua risoluzione si è programmata un’alleanza tra quindici attori, inclusi sindaci, associazioni datoriali, parti sociali, rete metropolitana, università. L’ombrello è quello del Tips – Tavolo istituzioni parti sociali per lo sviluppo del Nord Ovest Sardegna – e l’obiettivo la chance del piano nazionale ripresa e resilienza. I firmatari hanno prodotto un documento dettando, a governo e regione, le priorità sarde: dalle infrastrutture ai trasporti al digitale. “Questa coalizione – riferisce Pier Luigi Ledda, segretario generale della Cisl di Sassari – vuole dare una prospettiva al nostro territorio e colmare le differenze abissali tra la nostra isola e il resto del meridione”.
Sul fronte del commercio le note sono in chiaroscuro. L’apertura e la chiusura dei vari esercizi dettate dal governo da gennaio a maggio ha reso complessa la sopravvivenza delle attività. “Chi era già provato – dichiara Antonio Paoni, esponente della Confcommercio di Sassari – ha ricevuto il colpo di grazia. In più abbiamo sofferto la forte flessione dei consumi”. L’inversione di tendenza si è vista nell’ultimo mese col ritorno dell’utenza alla ristorazione. Anche qui però il passaggio non è in discesa. “C’è stato un forte rialzo dei costi a tutti i livelli, dai fornitori alle bollette – continua Paoni -. Ma per adesso non vogliamo farlo ricadere sui consumatori”. Intanto si aggiungono le complicazioni burocratiche causate dal recente decreto governativo: “Per controllare il green pass al bancone servirebbe un’altra persona preposta soltanto a quello”. Effetti a catena del Sars-Cov-2 che tutti, imprese e cittadini, si augurano allenti la presa nel 2022.