Il taglio del bonus 200 euro.
Sarà uno degli ultimi atti del governo Draghi il decreto “Aiuti bis”, che definirà una serie di interventi a sostegno del reddito di lavoratori e pensionati di tutta italia per contrastare l’inflazione. Non è prevista la replica del bonus da 200 euro, ricevuto da 31,5 milioni di italiani, quasi un italiano su due, visti i costi troppo esosi per le casse dello stato – 6,8 miliardi di euro -.
In un incontro tra Draghi e i sindacati sono state delineate alcune altre misure, definite da Draghi preferibili al bonus di 200 euro perchè “strutturali”, in particolare il taglio del cuneo fiscale e la rivalutazione all’inflazione delle pensioni, ma che strutturali non sono: avranno effetto fino a dicembre incluso, anche se i sindacati preannunciano battaglia perchè vengano garantiti anche nel 2023. Le nuove misure riguarderanno 27,5 milioni tra lavoratori dipendenti e pensionati, 4 milioni di persone, tra precari, autonomi, disoccupati, beneficiari del Reddito di cittadinanza non potranno beneficiarne.
Buste paga più ricche col taglio dei contributi
Il taglio dei contributi riguarderà le buste paga di 13 milioni e 780 mila lavoratori dipendenti con fino a 35 mila euro lordi annui di reddito. Sono gli stessi lavoratori che hanno beneficiato del bonus 200 euro e dello sgravio contributivo dello 0,8% – per un reddito da 20 mila euro lordi annui equivale a un guadagno di 20 euro netti -. L’idea del governo è quella di alzare lo sgravio dallo 0,8 all’1,8% comportando così un risparmio complessivo per i lavoratori che salirebbe a 195 euro netti per chi ha uno stipendio lordo di 20mila sono euro 170 euro netti in busta paga per il 2022.
L’anticipo della rivalutazione all’inflazione per le pensioni
La rivalutazione all’inflazione delle pensioni riguarderà chi è sotto i 35 mila euro di reddito lordo all’anno, 13 milioni e 780 mila pensionati. Alle pensioni dei beneficiari verrà applicato l’indice di inflazione Foi – Indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati – dei primi sei mesi di quest’anno e pari al 5,3%. Una pensione da 20 mila euro lordi annui incasserà 264 euro netti per il 2022. Da definire ancora quante mensilità rivalutare, e il metodo.