Sei domande di finanziamento per il rilancio industriale di Sassari e Porto Torres.
Il Polo di Porto Torres è uno dei complessi industriali del settore petrolchimico in Italia che ha subìto nel corso del tempo una riduzione delle attività, oltre che una ingente perdita occupazionale, a causa dei processi di delocalizzazione e deindustrializzazione. Uno stato di cose che ha portato a dichiarare i comuni di Sassari e Porto Torres area di crisi industriale complessa.
Lo scorso anno con la chiusura dell’iter che ha portato all’accordo di Programma, ministero dello Sviluppo Economico, Agenzia nazionale per le Politiche attive del Lavoro, ministero dell’Ambiente, ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Regione autonoma della Sardegna, Provincia di Sassari, Comune di Porto Torres, Comune di Sassari, autorità di Sistema portuale del mare di Sardegna e Invitalia si sono impegnati ad attuare il Progetto di Riconversione e Riqualificazione Industriale (PRRI) dell’area.
L’accordo che ha disposto, in questa prima fase, di una dotazione finanziaria di 22 milioni di euro, di cui 20 stanziati dal ministero dello Sviluppo Economico e 2 milioni stanziati dalla Regione Sardegna a titolo di cofinanziamento. Risorse destinate allo sviluppo dell’area interessata e a dare nuova linfa alle iniziative imprenditoriali.
Per un bando che è scaduto lo scorso 15 marzo e per il quale sono giunte sei domande di finanziamento per un totale di programmi di investimento pari a quasi 41 milioni di euro. Le agevolazioni richieste dagli investitori sono state poco di 27 milioni di euro. In sintesi gli investimenti richiesti dovrebbero creare circa 210 posti di lavoro nelle aree industriali individuate.
“Abbiamo sempre creduto che si dovessero attuare strumenti concreti per agevolare non solo lo sviluppo ma anche, e soprattutto, il rilancio delle nostre aree industriali – spiega il presidente del Cipss, Valerio Scanu – e questo bando lo ha dimostrato. Certo si poteva pensare a qualche intervento imprenditoriale in più, l’elemento fondamentale a questo punto era quello di dare un segnale di ripartenza”.
Il Progetto di riconversione, elaborato e coordinato da Invitalia, ha la finalità di promuovere gli investimenti – minimo un milione di euro- nel settore della chimica verde e della bioeconomia, rafforzare il tessuto produttivo esistente, attrarre nuovi investimenti e sostenere il reimpiego dei lavoratori espulsi dal mercato del lavoro.
“Siamo consci del fatto che il periodo è complicato per tutta una serie di motivazioni- aggiunge Scanu – e che altre iniziative arriveranno con nuovi strumenti agevolativi che stanno per essere varati, in grado di aprire nuove prospettive di investimento. L’elemento da tenere in considerazione, a questo punto, è l’aver compiuto un primo significativo passo in avanti”.