L’artista dei carri di carnevale Gian Giorgio Mele.
È triste e sconfortato, Gian Giorgio Mele, 53 anni, originario di Erula, famosissimo artigiano della cartapesta, uno dei pochi rimasti in Italia. Anche lui, infatti, come tutta la categoria di cui fa parte, subisce il dramma della perdita del lavoro e del fatturato a causa della pandemia e del suo dilungamento nel tempo.
Tutte le sfilate di carnevale previste per i primi mesi del 2021, corrispondenti a quelli del Carnevale, sono sono state abolite. Alcune di esse si faranno, forse, nel periodo estivo. Ed essendo Mele un’artista che si occupa proprio di costruire carri allegorici ed in particolare i volti scherzosi di cartapesta, si trova ad affrontare una crisi senza precedenti.
Cancellate tutte le sfilate di Carnevale in provincia di Sassari e c’è chi spera in un’edizione estiva
“In Italia al momento c’è un po’ di lavoro solo a Viareggio – afferma Mele – Dove stanno preparando un carnevale a settembre. Per il resto è tutto fermo. Generalmente in questo periodo ero nel pieno del mio lavoro, che iniziava già nel mese di ottobre e si protraeva sino all’inizio dei vari carnevali sardi”. Il lavoro di Mele infatti lo porta a prestare il proprio ingegno creativo, nei più famosi carnevali sardi.
Iniziò trenta anni fa, costruendo un carro per il carnevale di Perfugas. Dal ’96, l’associazione La Cionfra di Tempio, gli commissiona la costruzione del carro di Re Giorgio, notoriamente il più importante della sfilata tempiese. Da autodidatta quale era sino a quel momento, Mele decide a fine anni Novanta ed inizio 2000 di investire nella propria formazione e si reca a Viareggio, per imparare le tecniche della costruzione dei carri, ma soprattutto delle facce dei personaggi in essi raffigurati.
Inizia da quel momento a lavorare non solo a Tempio, ma anche a Badesi, Palau e Perfugas. “Prima mi facevo aiutare dai miei collaboratori nella costruzione dei carri. Poi ho scelto di coinvolgere direttamente i figuranti degli stessi carri. Mi sono iscritto alla Camera di Commercio come artigiano della cartapesta per dieci anni. Mi sono poi cancellato perché quasi la metà del mio guadagno, se ne andava per pagare le tasse. E peraltro posso svolgere la mia attività anche senza essere iscritto”.
L’assenza di lavoro ha ripercussioni anche psicologiche. “In questo periodo mi sento fermo, quasi una nullità: ero abituato a costruire il carro in questi mesi. E non farlo a causa del Covid, mi pesa sia economicamente che moralmente. Vado avanti grazie al fatto che lavoro anche il ferro e faccio lavori in resina. Diversamente non so come avrei fatto a sopravvivere. Mi auguro che il vaccino possa migliorare la situazione e possiamo tornare tutti a lavorare come un tempo”, conclude Mele.