Le abitudini quotidiane che fanno invecchiare

L’invecchiamento del corpo è un processo inesorabile e ha anche un forte significato psicologico, in quanto è la somma di tutte le nostre esperienze, dei successi e dei fallimenti.

Per quanto riguarda gli effetti sul corpo, abbiamo dalla nostra parte alcune dritte che ci permettono, grazie alla scienza, di rallentarlo un po’ e di stare fisicamente meglio.

Raggiungere quest’obiettivo vuol dire partire dalla conoscenza di alcune abitudini, spesso portate avanti quasi senza pensare, che possono impattare in maniera negativa.

Scopriamole assieme nelle prossime righe!

Sonno di scarsa qualità

Un’abitudine che ci fa invecchiare più in fretta anche se spesso non ce ne rendiamo conto è il sonno di scarsa qualità. Dormire almeno 7-8 ore a notte senza risvegli è importante non solo per avere la giusta energia nel corso della giornata, ma anche per permettere alla pelle di concretizzare diversi processi fondamentali per mantenersi al meglio.

Tra questi rientra, per esempio, l’aumento della secrezione di ormone della crescita, avente un ruolo fondamentale nei processi di ricostruzione cellulare.

Di notte, inoltre, aumenta il flusso sanguigno a livello della pelle, così come la temperatura. Questa sinergia è preziosa in quanto permette di parlare di efficacia riparativa contro diverse tipologie di aggressioni esterne.

Per un sonno di vera bellezza, il consiglio è quello di spegnere i device tecnologici almeno un’ora prima di coricarsi e di mettere in atto il proverbio “Colazione da re, pranzo da principe, cena da povero”, in modo da non affaticare eccessivamente i processi digestivi.

Se non si fa attenzione a questi semplici accorgimenti, si possono usare i migliori cosmetici del mondo, con il grande vantaggio, oggi, di poterli comprare online in pochi click  – per approfondire, puoi dare un’occhiata alla selezione di creme viso antirughe disponibile nella farmacia online più famosa d’Italia – ma i risultati difficilmente saranno soddisfacenti.

Consumare troppi zuccheri

Un consumo eccessivo di zuccheri non fa male solo dal punto di vista del peso e della prevenzione di patologie come il diabete, pericoloso anche per la salute del cuore.

Cosa che non tutti sanno, può impattare anche sui processi di invecchiamento, accelerando quello precoce.

A cosa è dovuto tutto ciò? Al fatto che, provocando picchi glicemici, l’eccesso di zuccheri causa nel contempo l’innescarsi di fenomeni infiammatori, che hanno un impatto negativo sull’elasticità della pelle, riducendola drasticamente.

Da non dimenticare, inoltre, è il fenomeno della glicazione. Si tratta di un fenomeno che vede le molecole di zucchero diventare protagoniste di reazioni chimiche che coinvolgono anche le proteine.

Il prodotto finale di questo processo sono gli AGEs, composti chimici frutto della combinazione di zuccheri, grassi e proteine.

Influenzano i processi di invecchiamento andando a intaccare le fibre di collagene, ossia la proteina quantitativamente più abbondante nel nostro corpo, nonché la responsabile della compattezza dell’epidermide.

Attenzione: questo non significa che sia necessario eliminare gli zuccheri in toto!

Basta, per esempio, evitare i cosiddetti zuccheri aggiunti, che possiamo trovare in una marea di alimenti insospettabili, come per esempio lo yogurt e che spesso integriamo quando non servono, in casi come il consumo di spremute di agrumi, frutti che, di base, apportano già una buona quantità di zuccheri immediatamente disponibili per l’organismo.

Dieta povera di vitamine

Dati scientifici alla mano – tra i riferimenti più autorevoli spicca una ricerca i cui risultati sono stati pubblicati sulle pagine della rivista American Journal of Clinical Nutrition il consumo di vitamina A, vitamina C e vitamina E, associato a quello di folati, contribuisce a ridurre i segni dell’invecchiamento nei soggetti di sesso femminile.

Spazio quindi a frutta e verdura di stagione cercando, per quanto possibile, di variare i colori.

In merito agli integratori, ricordiamo l’importanza di procedere solo in caso di effettive carenze certificate dal medico curante.

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