La tendenza a voler migliorare, a fare del proprio meglio, a dare sempre di più non è, di per sé, nociva; al contrario, può essere motivo di crescita e aiutare a raggiungere i propri obiettivi. Quando però diventa eccessiva e inizia a condizionare ogni momento della nostra vita, può diventare un vero problema.
Il perfezionismo patologico, ben lungi dall’essere d’aiuto, è fonte di ansia e stress, e può causare insoddisfazione e perdita di autostima. Le strade per uscirne possono variare in base al proprio vissuto e alla gravità del problema. Se nelle situazioni più impegnative è necessario fare affidamento su professionisti della salute mentale, quando il problema appare ancora gestibile si può tentare con un percorso di crescita personale. Visitando il sito Efficacemente.com è possibile trovare tantissimo materiale utile per dare inizio al proprio percorso e ritrovare benessere e serenità.
Di seguito andremo a scoprire che cos’è il perfezionismo, a quali conseguenze porta e cosa fare per affrontarlo.
Perfezionismo: di cosa si tratta
Quando si parla di perfezionismo, si fa riferimento a un tratto della personalità che spinge a puntare a traguardi e standard molto elevati in ogni settore della propria vita, dall’ambito professionale alla sfera privata, eliminando ogni imperfezione. In alcuni casi, il desiderio di perfezionismo viene proiettato sugli altri. Quando si presenta in questa forma, porta il soggetto a pretendere non tanto – o non solo – da sé stesso, ma soprattutto dagli altri, performance elevate.
Una terza forma di perfezionismo è quella che lo fa percepire come imposto esternamente, a livello sociale.
Quali sono le conseguenze più comuni
Mentre, come già anticipato, una lieve forma di perfezionismo può essere di stimolo per raggiungere i propri obiettivi, quando diventa patologica porta con sé conseguenze poco piacevoli.
Tanto per cominciare, può generare stati costanti di ansia e stress, accompagnati da una forte tendenza all’autocritica; quest’ultima, in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi che ci si è posti, può portare a perdita di autostima, frustrazione, senso di depressione.
Un’altra conseguenza piuttosto comune dell’eccesso di perfezionismo è la procrastinazione, ossia la tendenza a rimandare gli impegni più importanti, impegnativi e urgenti. Se questo è il tuo principale problema, scopri come smettere di procrastinare affidandoti ai consigli degli esperti.
Per finire, tra le conseguenze del perfezionismo patologico rientrano irritabilità e isolamento sociale.
Le strategie per combattere l’eccesso di perfezionismo
In alcuni casi, il perfezionismo è talmente radicato nel soggetto da richiedere l’intervento di psicologi, psicoterapeuti o altri professionisti della salute per poter essere riconosciuto e contrastato. In altri casi, un percorso di crescita personale che prenda le mosse dalla presa di coscienza della propria imperfezione e dei propri limiti, e che conduca, un passo alla volta, alla loro accettazione, può aiutare a combattere e ridimensionare l’eccesso di perfezionismo, sbloccando la situazione e facendo ritrovare il benessere perduto.
Naturalmente, dire no al perfezionismo patologico non significa rinunciare a migliorarsi, ma semplicemente farlo senza porsi obiettivi troppo elevati rispetto alle proprie possibilità o eccessivamente rigidi.