La vicenda dell’avvocato Ivano Iai.
Ormai tutti siamo a conoscenza di quanto accaduto nei giorni scorsi all’ex cardinale Angelo Becciu di Pattada, braccio destro di Papa Francesco, accusato di peculato per aver “pare” usato i fondi dell’Obolo di San Pietro per destinarli ai fratelli, all’acquisto di un palazzo a Londra ed alla Caritas di Ozieri.
Per la difesa della famiglia Becciu era stato nominato l’avvocato nulese Ivano Iai. Oltre che avvocato Iai è dottore di ricerca in procedura penale con laurea in giurisprudenza alla Luiss, specializzazione alla Sapienza, dottorato di ricerca in Procedura penale all’Università di Palermo, autore di libri e dal novembre 2019, presidente del Conservatorio Canepa di Sassari.
Come avvocato ha da tempo raggiunto fama nazionale, portando avanti casi che ne hanno messo in risalto la competenza, la professionalità, la preparazione e hanno fatto inorgoglire molti di noi, nel corso delle sue apparizioni televisive sulle reti regionali e nazionali. Sino a due giorni fa dunque, Iai era il legale del cardinale Becciu e della sua famiglia.
Accade poi che il sito Dagospia pubblica, in un articolo sulla vicenda del prelato, delle foto “hot” di Iai, nelle quali appare in costume al mare. A seguito delle polemiche sorte nell’opinione pubblica per queste foto pubblicate nel suo profilo Instagram, viene revocato dal suo incarico. Iai, intervistato dalle agenzie, si dice per questo scosso e frastornato. Beh, c’è da crederci.
Perché una persona con la sua competenza, con un curriculum del quale pocanzi ho citato solo l’essenziale, probabilmente dovrebbe e vorrebbe essere giudicato per il suo lavoro e non per delle foto in costume. Ma, tra parentesi, voi al mare come andate? Con il burka? Può un individuo, uomo o donna che sia, essere più o meno giudicato, più o meno apprezzato nella vita reale e nella società, sulla base di ciò che pubblica nei propri profili social?
No. Non esiste proprio. Ma soprattutto: se è vero quanto riportato da tante testate giornalistiche nazionali e regionali da ieri pomeriggio, perché la famiglia e lo stesso ex cardinale hanno affidato il mandato a Iai per poi revocarglielo, dal momento che le foto oggetto dello scandalo erano già pubblicate da tempo sul profilo Instagram dell’avvocato? Era prevedibile che qualcuno avrebbe potuto utilizzarle per criticarlo.
A quel punto, non sarebbe stato meglio, non affidargli direttamente l’incarico? A seguito di quanto accaduto, Iai ha ricevuto tanti attestati di stima e vicinanza. In primis da parte del sindaco Antonio Mellino di Nule, città natale di Iai, che lo ha difeso a spada tratta a nome suo e di tutto il paese. L’avvocato, che ho sentito questa mattina, ci tiene a ribadirmi che l’incarico non è stato revocato dalla famiglia dell’ex cardinale, ma ha deciso autonomamente di rifiutare l’incarico dopo quanto accaduto.
Ad ogni modo, quanto accaduto ci porta a riflettere su quanto sia facile esprimere giudizi non richiesti sulle persone, a qualsiasi titolo, quando si dovrebbe piuttosto guardare ciò che una persona è e come conduce la propria vita reale, al di fuori dei social. Nessuno è senza peccato. E le cose delle quali ci si dovrebbe vergognare nella vita sono ben altre, non certo amare se stessi, il proprio corpo e avere il piacere di condividere questo con gli altri attraverso un social network.