Il Consiglio di Stato: Eni responsabile del disastro ambientale a Porto Torres

zona industriale porto torres

La sentenza del Consiglio di Stato sul ricorso di Eni per il disastro ambientale a Porto Torres.

“Dopo la sentenza del Tar Sardegna del 2020, anche il Consiglio di Stato conferma che la responsabilità dell’inquinamento dell’area di Porto Torres è in capo all’Eni.

” La pazienza è terminata e non è più accettabile attendere ulteriormente: l’azienda di Stato deve provvedere immediatamente al risanamento dell’area”. Così il presidente della Regione, Christian Solinas, dopo la pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato che ha respinto il ricorso dell’azienda “Eni Rewind Spa” (ex Syndial) e l’ha condannata come “soggetto responsabile dell’inquinamento della falda acquifera dell’area del carbondotto di pertinenza della centrale E.On di Fiume Santo, inserita nell’area industriale di Porto Torres”.

“Il tentativo di sottrarsi alle proprie responsabilità è durato troppi anni – dice il presidente Solinas – La Regione Sardegna ora pretende il ripristino ambientale e la messa in sicurezza di quel territorio del Nord Sardegna, che ha fin troppo atteso e sofferto per quel disastro ambientale. Se ci fosse stato ancora qualche dubbio, ora è finalmente assodato che il principio ‘chi inquina paga’ non conosce alcuna eccezione”.

La società del gruppo Eni aveva acquisito, per legge, beni, terreni, impianti e dotazioni accessorie della società Sir, subentrando perciò in tutti i rapporti giuridici, compresi gli obblighi ambientali relativi alla gestione dello stabilimento.

“Inoltre – aggiunge il presidente Solinas – è opportuno precisare che la Regione non ha neanche potuto costituirsi in giudizio perché non era stato impugnato alcun atto regionale. Si trattava invece di atti della Provincia di Sassari, che aveva ordinato il ripristino ambientale sulla base dei rilievi tecnici realizzati dall’agenzia regionale Arpas, e del Comune di Porto Torres. Si era, comunque, costituito in entrambi i gradi di giudizio il Ministero dell’Ambiente”. ”Dopo le bonifiche, sarà il momento di vedere realizzati i progetti di riconversione, legati alla chimica verde, in un quadro già tracciato negli accordi con l’azienda di Stato, e che fino ad ora sono stati disattesi”, conclude il presidente della Regione.

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