Sono circa 20 gli studenti che hanno fatto il test.
Sfatare i luoghi comuni o paure immotivate sulla donazione del midollo osseo e incentivare i giovani ad iscriversi agli elenchi dei possibili donatori. Era l’obiettivo dell’incontro che si è svolto nei giorni scorsi nella sala Canu, alla presenza delle classi quinte dell’Istituto d’istruzione superiore “Mario Paglietti”. La conferenza è stata voluta dall’Amministrazione comunale e dall’Admo, in collaborazione con la sezione locale della Croce Rossa, ed inserita nel programma “Comunità educante” del settore Politiche Sociali.
Sono intervenuti l’assessora alle Politiche Sociali, Rosella Nuvoli, il delegato regionale dell’Admo Gianfranco Tintis, la dottoressa Gloria Mureddu, il medico Paolo Granieri e la referente della Croce Rossa, Giusy Pisoni. Questi ultimi hanno fornito supporto durante le fasi di tipizzazione con i kit salivari: sono stati circa venti gli studenti che hanno effettuato il test, richiedendo l’inserimento negli elenchi.
“Fino al 1982 otto bambini su dieci morivano di leucemia, mentre oggi il dato statistico è nettamente migliorato grazie alle terapie – ha ricordato Tintis – ma c’è ancora tanto da fare per salvare più vite possibili. Donare il midollo osseo non è un rischio. Non si tratta di un trapianto ma semplicemente di una donazione di piastrine e non viene coinvolto assolutamente il midollo spinale, come spesso viene percepito erroneamente dalle famiglie. Le cellule donate si riformano dopo quindici giorni e già il giorno dopo si può ricominciare a fare, ad esempio, pratica sportiva”. In paesi esteri come la Germania i donatori sono 6,5 milioni. L’Italia è ferma a 330mila. Per iscriversi al registro bisogna aver compiuto i diciotto anni di età ed averne massimo trentacinque.
“Ci sono delle paure spesso immotivate come quella dell’ago, che vanno superate, o paure che si creano sulla base di informazioni sbagliate che circolano tra le famiglie. Su questo aspetto bisogna lavorare ancora molto – aggiunge l’Assessora alle Politiche sociali, Rosella Nuvoli – e l’incontro che abbiamo organizzato aveva proprio l’obiettivo di informare i ragazzi e sensibilizzarli. Nella nostra città ci sono esempi della bontà della donazione: un bambino di due anni e mezzo è riuscito a trovare un donatore compatibile e non effettua più trasfusioni. La sua vita è cambiata e con un gesto che ci costa veramente poco si possono salvare le vite di tante altre persone. Grazie di cuore a tutti gli studenti, in gran parte ragazze, che hanno effettuato la tipizzazione con i kit salivari messi a disposizione in questa occasione. Ricordo che è comunque possibile svolgerla anche a Sassari, nel Centro trasfusionale, con un piccolo prelievo di sangue. L’auspicio è che al più presto anche nel capoluogo possa essere effettuata la tipizzazione con i kit salivari, per incentivare la donazione presso coloro che provano ancora delle paure verso l’ago”. In sala erano presenti gli studenti del Liceo Scientifico, Linguistico e Sportivo, dello Smat e Ttl, del Liceo Scientifico di Castelsardo.