I fondi statali del progetto “Resto al sud” sarebbero stati sperperati da una donna di Porto Torres.
Una giovane titolare di una pizzeria di Porto Torres aveva ottenuto un finanziamento pubblico con fondi statali, destinato alla ristrutturazione del suo locale, ma secondo l’accusa avrebbe utilizzato parte dei fondi per spese personali. L’agenzia Invitalia, che gestisce il programma “Resto al Sud“, si era costituita parte civile nel processo, chiedendo il risarcimento del danno.
L’inchiesta era partita dopo alcune verifiche sulle spese sostenute con i fondi pubblici. Secondo la ricostruzione dell’accusa, la 27enne aveva ricevuto un contributo di 60mila euro, di cui 17mila sarebbero stati utilizzati per fini estranei all’attività imprenditoriale. Attraverso prelievi in contanti e pagamenti con bancomat, una parte rilevante del denaro non sarebbe stata destinata alle opere previste nel progetto finanziato, come ristrutturazione, attrezzature e macchinari.
Durante il processo, il compagno dell’imputata, che lavorava come pizzaiolo nella stessa attività, aveva testimoniato a favore della donna. L’uomo aveva dichiarato che i fondi erano stati utilizzati correttamente, secondo le finalità previste dal programma di finanziamento. Aveva inoltre spiegato di aver personalmente provveduto ad alcuni acquisti necessari per il locale, presentando in aula una serie di fatture elettroniche emesse dai fornitori.
Il giudice ha esaminato le prove presentate e ha emesso la sentenza. Accogliendo parzialmente la richiesta della Procura, che aveva sollecitato una condanna a otto mesi. Il tribunale ha riconosciuto la responsabilità della giovane imprenditrice e l’ha condannata a cinque mesi e dieci giorni di reclusione per il reato di malversazione di erogazioni pubbliche, con pena sospesa. Inoltre, come scrive La Nuova Sardegna, dovrà risarcire Invitalia, con l’ammontare del danno che verrà quantificato in sede civile.