La Brexit ed il Covid visti con gli occhi di una giovane di Sorso che vive in Inghilterra

L’esperienza di una ragazza di Sorso in Inghilterra.

Uno sguardo sulla Brexit. E’ quello che ci offre Alice Fracchia, 32enne di Sorso, yamatologa che dal 2012 vive in Inghilterra per studiare lingue orientali. In questi anni è diventata nel frattempo insegnante elementare di fonetica inglese per bimbi stranieri in una scuola pubblica a Oxford. Adesso però ha scelto di tornare in Italia per portare avanti la sua professione. Una tempistica in contemporanea con la decisione del Regno Unito di abbandonare l’Europa, ma che, assicura Alice, non c’entra nulla con la Brexit.

Dopo tutti questi anni in Inghilterra come mai hai deciso di tornare in Italia.

“È una questione del tutto personale, non riesco a godermi la vita come vorrei, devo pormi domande serie per me stessa e mia figlia dopo nove anni. Forse siamo noi sardi a soffrire particolarmente la distanza enorme dai familiari, i diversi rapporti con le persone, il clima opposto a quello a cui siamo soliti. Qui non si trova necessariamente l’Eldorado, dipende da come ciascuno percepisce l’esperienza. Ad ogni modo, è giunto il momento di vedere se il mio bagaglio acquisito all’estero può fruttarmi nuove occasioni in Italia, non obbligatoriamente in Sardegna”.

Quali sono le difficoltà che dovranno ora affrontare gli italiani con la Brexit.

“Chi non ha il pre-settlement status, come me che sono residente da molto, avrà bisogno del visto per vivere nel Regno Unito, sottostando a regole ben precise. Il processo di integrazione, dunque, si preannuncia più problematico. Già sull’aereo si compila il modulo per l’immigrazione, cosa che non accadeva prima e a cui in Europa non siamo più abituati. Perfino nel reperire alcuni alimenti italiani al supermercato, si è notata qualche difficoltà in questi primi giorni. Certo, siamo in un momento di transizione, però credo non filerà tutto liscio”.

Ci sono anche difficoltà di altro genere?

Non si conoscono ancora molte decisioni che dovranno arrivare in seguito, però circolano voci per nulla rassicuranti e i timori sono fondati. È chiaro che, una volta divenuto Paese extracomunitario, il Regno Unito sarà tentato o costretto ad applicare differenziazioni nel trattamento fra chi è cittadino e chi no, seppur europeo”.

Meglio l’Italia quindi?

“Tolto il fattore crisi, sinceramente credo che saremo pure più al sicuro in Italia, a dispetto delle critiche che ci vengono sempre rivolte come popolo. Ultimamente, non ho notato il sempre decantato ordine British, poiché sono davvero in pochi a usare le mascherine qua. Non mi stupisce il nuovo lockdown per l’intero Regno Unito”.

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